E il Cielo si ritirò come un libro sconvolto, ed ogni montagna ed isola fu smossa dal suo luogo”.
E in Verità, in verità vi dico: Io Eugenio, uomo che fu e che è nel tempo della vostra generazione, in verità io vi dico: che le montagne e le isole furono smosse dal loro luogo anzi tempo che, Egli, Giovanni, lo descrisse come futuro di là da venire nel tempo di altre generazioni.
In Verità
avvenne che le montagne e le isole furono smosse dal loro luogo e con loro
immense terre navigarono come gusci nell’immensità del furioso mare. Molte terre
furono sconvolte ed altre divorate dagli abissi profondi degli oceani. L’un
Continente si strappava dall’altro come foglia di carta tenera e simile ad un
ramoscello in balia del furioso vento; or entrava nel mare ed ora usciva alla
luce. Altra non ritornava più innanzi agli occhi dei futuri.
Ed io vidi per Volontà di Dio, perché io fui in quel tempo come or sono, uomo, e vidi ad occhi aperti ciò che qui vi narro.
Allora ero fanciullo ed è passato tanto tempo che ancor mi pare un lungo sognare. Eppure, è tanto vero quel che fu e vidi che, ritornando al tempo ormai remoto di dodicimila anni, ritrovo ancora le medesime cose di allora, quando il volto del Mondo era un altro e diverse erano le cose e la condotta degli uomini.
Quel che
videro i miei occhi, ricordo or che ho trentatrè anni. Ed io vidi ciò che
l’animo mio conserva e che vi narro poiché il tempo è vicino. Ed allora tempo
che dista da questo circa dodicimila anni, quando i templi ed i nidi degli
uomini erano giacigli ricchi di fiori e di odori ed ogni cosa voleva essere
come l’Eterna musica dei Cieli. Il Sole splendeva come non mai, e la sua Luce
penetrava in ogni più remoto angolo della Terra. Il mormorio del vento era
docile, e lieto come una carezza degli Angeli si posava ovunque soffice e caldo.
Dall’una
all’altra sponda della Terra la voce lieta delle anime felici vibrava nello
Spazio come un dolce incanto dall’alba al tramonto; e gli uccelli, senza timore
e con gaio cinguettio, volavano intorno agli uomini ed alle cose ancor più gaio
e più felici. La musica adornava di Grazia le anime rapite dal Puro Amore ed in
ogni cuore giaceva morbida la bontà e la dolcezza dello Spirito. La notte non
sembrava notte ed in ogni anima non trovava sonno per la bellezza che le stava
intorno. Ed il verde dei campi e tutte le cose che in grembo alla natura
stavano erano di strana bellezza.
Le carovane, gente in letizia, andavano per di là e ritornavano con il cuore pieno di viva speranza. Era quello il tempo dello Spirito e della saggezza. Ed io ben ricordo, mai l’umana gente conobbe affanni né tristezza velò mai d’ombra i pensieri degli uomini.
Avvenne dopo che l’umana gente si gonfiasse d’orgoglio e che la creazione venisse turbata si da rendere il dolce della vita e del cuore tanto amaro e divennero cosa comune come una sola colonna. Avvenne pure che la lieta Voce dell’anima non era più come una volta e che dall’una all’altra sponda della terra non echeggiava più il canto lieto della Felicità della umana gente. Nel cuore degli uomini l’Amore allo Spirito di Dio diveniva fioco, e tristezza ed affanno penetravano crudelmente nel cuore delle genti.
Molti in preda a fiamme d’orgoglio e di odio praticavano malefici intendimenti con Re o sacerdoti; e sia gli uni che gli altri si impregnarono di malefica arte ed eressero templi con figure d’oro e di pietra rara, dando così agli occhi e togliendo e negando la Gioia allo Spirito. L’opera del male aveva in molti di loro fiaccato l’Amore e la Saggezza verso le cose dello Spirito, ponendo innanzi al Bene il male dell’odio e dell’orgoglio.
Avvenne che il fratello nutrisse odio per l’altro fratello e che il padre nutrisse odio vero i figli. L’uno cercava di colpire l’altro con medesima crudeltà. Il male ed il tormento logoravano lentamente il buono ed il felice delle loro anime, e molti di essi caddero interamente nei peccati più gravi, demolendo e logorando ciò che Dio aveva così largamente profuso e con tanto amore donato.
Passarono così molti anni; e le cattiverie si moltiplicavano vertiginosamente nel cuore degli uomini: Dio non doveva essere più felice, e la Sua tristezza era profonda per l’opera che gli uomini avevano intrapresa. Non si videro più carovane di uomini pieni di speranza in cuore, ma bensì colonne interminabili di esseri abbrutiti o malvagi, legati all’insegnamento ed all’ordine dei Re e dei Sacerdoti. Non vi era più pace; e per pochi soltanto il tempo dei Padri e degli Avi divenne un mito di Grande speranza nel tempo.
Scrivendo ciò che scrivo non è né passatempo né esibizionismo.
In tali tempi duri e gravi è cosa del
tutto inopportuna far l’una o l’altra Arte. Ciò che questo scritto contiene è
tutto dettato da una Lacrima di Dio venuta sulla Terra: nient’altro che la Voce
Sua.
E chi lo vuole credere lo creda; di Me c’è soltanto la penna, il tempo e l’Invito a leggerlo.
Prima ancora che “ Sentissi “ in Me questa Lucente Lacrima di Dio, non meno degli
altri giovani della mia età ero spensierato e fin troppo pieno di fascino per
le terrene cose; Ero, insomma, ben diverso di come oggi mi sento.
Mi ricordo l’esatta data del “ Richiamo “ 23 Marzo 1952, due giorni
prima del mio 33° compleanno.
Era una tiepida giornata dell’inquieto
mese di Marzo e camminavo tranquillamente per una Via della mia Città Natale,
Catania.
Ad un tratto sentii uno strano
presentimento; qualcuno mi seguiva, cercava in un modo del tutto strano di
farsi sentire.
Brividi di freddo mi passarono per tutto
il corpo mentre una Voce interna mi diceva:
Lo sgomento che provai non potei mai
dimostrarlo, né posso dire come, da allora, Io non sia più ritornato a
ritrovare la personalità di un tempo.
Cercavo in tutti i modi di svagarmi, ma
tutto risultava inutile. Ero divenuto diverso, ero divenuto un altro, guidato
da una Forza Misteriosa ma Infinitamente Saggia e Sapiente. Passarono tanti
giorni e tante notti privi di riposo, mentre la Voce mi diceva:
Tutto il giorno era una continua
esortazione, e mai da allora ho cessato un solo istante nell’Ammaestramento
della Divina Sapienza, dell’Inconoscibile e del Conoscibile, del Bene e del
male, di tutto quanto è sepolto nella notte dei Tempi.
Ebbene, lo sgomento passò e adesso mi
sento estremamente Felice per aver superato la Prova più tremenda di questa mia
Esperienza, perché è cosa difficile a credere, per Me non vi è né Spazio né
Tempo ed in Verità, credetemi, potrei toccare l’ultimo dei Cieli con lo
sdoppiamento della mia personalità.
Ora desidero rimanere quel che sono
divenuto e mi sentirei disperatamente perduto se quella Voce cessasse dentro di
Me. Essa è come il Profumo di un fiore di loto sperduto in un rosaio
dell’Eterna Luce ove il canto della Beatitudine fa felice il sogno Eterno degli
Splendori Spirituali.
Mi sentirei veramente perduto, un attimo
solo diverso di come oggi sono.
Non posseggo che una povera cultura
elementare, ma ciò ha poca importanza ed in merito la Lacrima di Dio così si
esprime:
Oggi per Me non esistono difficoltà di
sorta. Non vi sono più Segreti.
Ascoltate questo racconto, dichiarando a priori a quegli scettici, che Io definisco Creature senza colpe, L’Augurio che un giorno possano anche loro comprendere quanto sia utile aver Fede ed Ubbidienza a quelle cose Spirituali che, come la Lacrima di Dio, non si vedono e neppure si toccano e che al cospetto dell’Onnipossente sono più Coscienti e più prossimi di quanto non lo siamo noi con tutta la nostra sviscerata Fede.
Un giorno, e per essere esatto il
7-8-1952 presso una Località chiamata Monte Po, in Catania, ricevetti da Bahrat
(la Lacrima di Dio Mio Maestro)
questa interessantissima dichiarazione che mi rimase interamente in mente,
(cosa tanto strana perché la mia memoria, solo poco tempo prima di tale
avvenimento, era assente) e che scrissi subito dopo rientrato in casa.
Il racconto ebbe così inizio:
“Questo Mondo che vi nutre e vi contiene
non è esso libero di operare come vuole.
Esso segue scrupolosamente quelle Leggi
Universali che Governano lo Sviluppo e quindi le Cause e gli Effetti della sua
Crescita.
È vero che il Mondo è ben diverso di
ogni cosa che in esso vive per la sua Natura Cosmologica e per il tempo con cui
si misura la sua Esistenza.
Per voi, 1 anno è composto di soli 365
giorni, un tempo assai breve di fronte a quello Cosmico che conta ben 25.000
anni; una Eternità di fronte all’attimo fuggente che è la vostra Vita. Ma ciò è
minima cosa per poter comprendere la diversità e nell’insieme la Grande
importanza di quel Principio Indistruttibile ed Eterno per cui ogni cosa, dal
minerale all’uomo, si evolve risolutamente nella sua Grande Opera Universale.
Ora il Mondo percorre il Sentiero della Evoluzione avvicinandosi sempre più verso il suo Settimo sviluppo. Molti scettici, ben lontani dal credere alle Profetiche Voci degli Inviati, vogliono conoscere la Fatale data del 2000. Dì, a costoro, che nei tempi remoti si Salvarono per aver avuto Fede e per aver creduto alla Voce dell’Anima.
Ed ora ascolta e medita poiché ciò che Io ti dico avvenne in quel lontano tempo in cui la Terra e tutti gli altri Pianeti, esclusi alcuni loro Satelliti, sono come realmente oggi gli uomini pensano, nati dal Sole; ma in Realtà nessuno sa come essi siano scaturiti dalle Visceri Solari, né sanno come alcuni loro Satelliti si siano a loro volta formati.
In quel tempo il volto del vostro Mondo
era ben diverso di come oggi vi appare (figura 1).
Immaginate il Mondo di 600.953.000 Anni roteare attorno a un asse che abbia negli estremi Poli l’attuale Monte Everest a nord e le Terra dell’Altipiano Boliviano a sud.
Da tale immaginazione potete ben
comprendere quanto diversi fossero in quel tempo il suo volto ed i suoi
lineamenti, prima che si verificasse il Grande Cataclisma che li doveva
completamente mutare.
È vero che vi riuscirà impossibile
scorgere il Grande e Civile Continente Mu-Tolteche che fu culla della più
Potente Razza Umana dalla pelle color rosso scuro, né tanto meno potrete
rendervi conto di un altro Continente ove gli uomini dalla pelle color mimosa
vissero felicemente e ricchi di tutte le conquiste della scienza. Di questo
ultimo ancora qualche cosa rimane dinanzi ai vostri occhi.
Il Grande Continente Cià, l’attuale
Borneo, le Filippine, Sumatra non sono altro che le vertebre contorte e
spezzate di quella Immensa zolla di terra, allora popolatissima, prosperosa
nell’Arte e nelle Scienze.
Ed infine l’infelice sorte di quell’altro
Continente ove i Popoli della bionda pelle vissero anche loro nella più
stupenda di tutte le terre del Mondo. La
storia di tutte le Arti Divine.
La Groenlandia e gran parte delle Isole
dell’alto Canada vi dicono quale fu la gelida agonia dell’immenso Continente
scomparso sotto il manto del candido riposo.
Ma come tutte le cose dell’Universo e
per quella Infallibile Legge che governa e regge lo Sviluppo e quindi il
Mutamento che si contempla nell’Ascesa Evolutiva, il Mondo non poteva sottrarsi
in alcun modo a tale Forza che sovrasta tutte le cose Create, così come noi non
possiamo sottrarci, anche se lo desideriamo, a quelle Leggi che Regolano il
nostro Sviluppo e, per tale causa, a quei Mutamenti che ci fanno Grandi,
Intelligenti e che modificano la nostra Natura Fisica.
Ma mentre in noi le convulsioni più critiche della Crescita avvengono in cicli di tempo che vanno da 7 anni in 7 anni, ben diverse sono le convulsioni per il Mondo i cui cicli settenari vanno da settecentomilioni in settecentomilioni di anni, divisi in altrettanti cicli settenari di minore intensità emotiva.
Ed infatti, ciò che avvenne in quel Tempo fu causato da una Convulsione di un ciclo settenario del suo Cosmologico Sviluppo. Per dimostrarvi, in modo approssimativamente scientifico, la sua Convulsione, eccovi un povero ma pur rapido esempio:Immaginate di vedere un bimbo che si diletta nel gonfiare con una cannuccia una comune bolla di sapone. Questa, per effetto del soffio si gonfia e man mano che il bimbo soffia, si dilata continuamente allungandosi da due estremità prendendo una forma più o meno ovale; ma immaginate cosa succede quando il bimbo, per un tratto di tempo, smette di gonfiare la bolla di sapone ormai grande e fin troppo ovale; la bolla di sapone si contrae per assumere la forma sferica mentre tutta la superficie è costretta a muoversi disordinatamente per adattarsi in un nuovo asse e quindi in un nuovo equilibrio.
Immaginate ciò che per esempio vi ho dimostrato e, se potete, senza terrore sostituite la bolla di sapone con il nostro Mondo.
Evidentemente vorreste anche sapere come
avviene per il Mondo.
La Crescita o, come volete, lo Sviluppo
del Mondo è di natura Cosmologica e per tale motivo non si può dimostrare così
semplicemente come si può immaginare.
Però, le Visioni che ancora Eternano
nello Spazio Immortale dell’Immenso Mondo Spirituale, sono rimaste più che
nitide nell’Anima Trascendentale dell’Umanità.
Gli Avvenimenti remoti non si dissolvono da quel corpo che, seppur invisibile ed in gran parte incompreso, rimane sempre impregnato di una capacità Conservatrice assai più Potente e Duratura di quanto si possa credere.
Cercare le Testimonianze sufficienti per avvalorare tali Rivelazioni, sono sforzi vani per coloro che sfuggono la Realtà del Valore dello Spirito. Ed Io non ho mai sfuggito l’Ordine Interiore della Coscienza Atavica, mi sono sentito avvolto da quelle Misteriose Capacità che mi hanno dato l’Amore di una Verità tanto vasta da superare anche l’Incomprensibile Parola del Silenzio.
Ed è per questo che non cesso un solo
istante di sentirmi Felice e di comprendere ed Amare più che mai il Valore
della Vita.
Gli Avi, gli Iniziatori del cammino di
questa Umanità conobbero il Tempo più Grave della storia del Mondo.
Nessuna Creatura nasce dalle Viscere della
Terra e coloro che per primi videro il Mondo, ma vennero da un Mondo che oggi
guardiamo con Vigoroso Amore nell’Alto del Cielo.
La Natura del nostro Mondo è Cosmologica
e le sue Leggi sono del tutto diverse da quelle che governano la nostra
Crescita, il nostro Movimento, la nostra Nutrizione ed i nostri Sentimenti.
Noi ci agitiamo nelle nostre sofferenze
fisiche e spesso, dopo gli affanni che apporta la Crescita, ci dimentichiamo
facilmente di ciò che abbiamo patito.
Ci notiamo più alti, più grossi o più
magri, insomma, ci vediamo diversi. La Crescita apporta appunto questo in noi
ed in tutte le cose che sono Animate.
Ebbene, anche questa grande palla che noi chiamiamo Mondo, soffre gli affanni della Crescita e non meno di noi si agita nelle Convulsioni della sua natura ogni qualvolta raggiunge il suo punto critico, il suo ciclo Principale.
L’idea degli Effetti Apocalittici che si
manifestarono nel passato, quando la Convulsione raggiunse il massimo della sua
Emotività è terrificante, tanto terrificante da annullare completamente il
nostro misero ed insignificante orgoglio.
La deriva dei Continenti non può rimanere più un Segreto né rimarrà un Segreto la storia dell’Atlantide, del Mù, del Cià; Continenti scomparsi nello scontro Titanico delle Forze della Natura in un Movimento Apocalittico.
Gli spaventosi, terrificanti effetti non sono
rimasti privi de storia ed i nostri Antenati ben si guardarono, e per
lunghissimi millenni, di ritornare a valle.
I lamenti del mondo, le sue sofferenze non ebbero il
nostro tempo né si lenirono tanto facilmente. La spaventosa contrazione de
tutta la superficie del Globo provocò effeti di indescrivibile portata, tale da
mutare radicalmente la posizione dei mari e dei Continenti.
L’asse su cui la terra roteò per milioni di anni si
spostò da Nord verso Sud-Ovest (Himalaya, Asia) ed a Sud verso Nord-Est
(Alpipiano-Boliviano, Sud America). Gran parte di Continenti divenne un blocco
omogeneo di crosta spaventosamente contorta e compressa dal titanico urto. I
mari in confuso movimento accavallarono e coprirono gran parte di superficie
terrestre. Le zone che maggiromente soffrirono l’immane urto e le spaventose
compressioni sono rimaste per il tempo futuro l’effige reale del terribile caos
apocalittico.
Grandi montagne si formarono ed immense terre sottomarine emersero alla luce
dell’opaco sole.
Le Alpi, i monti Urali, le Alpi Scandinave, gli
altopiani dell’Asia minore, dell’iran, del Caucaso parlano il medesimo
linguaggio mentre di più ci dicono le alte montagne dell’Himalaya dove l’urto
ebbe i più tremendi effetti, tali da ridurre in pezzi gran parte del vasto e
popolato Continente Cià.
Ben poco è rimasto, e le attuali isole della Sonda,
Filippine, Borneo, Sumatra ecc, ecc, sono ancora oggi il quadro reale del
grande e civile Continente distrutto. Ma non meno minori furono i grandi
sollevamente che si verificarono in quel tragico cataclisma nelle zone
dell’America del Sud, dell’america del Nord e dell’Africa.
Ci appaiono ancora oggi muti, avvolti in un arcano
fascino che sa di mistero e di terrore. Le grande e maestosa Cordigliera delle
Ande ad occidente e gli altopiani del Brasile ad Oriente perlano al muto
osservatore del tempo.
Nel nord America, l’Altomiano del Messico, l’Altopiano dell’Utah e le montagne roccise si mostrano anche loro meticolosamente misteriose, mentre nell’Africa orientale, nel mistico paese dell?Antico volto, le alture Etiopiche, del Kenia, del Tanganica sono ancora là con tutto il prestigio della loro forza.
Gli spaventosi, terrificanti effetti non
sono rimasti privi di storia ed i nostri antenati ben si guardarono, e per
lunghissimi millenni, di ritornare a valle.
I lamenti del Mondo, le sue sofferenze
non ebbero il nostro tempo né si lenirono tanto facilmente. La spaventosa
contrazione di tutta la Superficie del Globo provocò effetti di indescrivibile
portata, tale da mutare radicalmente la posizione dei mari e dei Continenti.
L’asse su cui la Terra roteò per milioni
di anni si spostò da nord verso sud-ovest (Himalaya, Asia) ed a sud verso
nord-est (Altipiano-Boliviano, Sud America). Gran parte di Continenti divenne
un blocco omogeneo di crosta spaventosamente contorta e compressa dal Titanico
urto. I mari in confuso movimento accavallarono e coprirono gran parte di
superficie terrestre.
Le zone che maggiormente soffrirono
l’Immane Urto e le spaventose compressioni sono rimaste per il tempo futuro
L’Effige Reale del terribile Caos Apocalittico.
Grandi montagne si formarono ed immense
terre sottomarine emersero alla Luce dell’opaco Sole.
Le Alpi, i Monti Urali, le Alpi
Scandinave, gli Altopiani dell’Asia Minore, dell’Iran, del Caucaso parlano il
medesimo linguaggio mentre di più ci dicono le Alte Montagne dell’Himalaya dove
l’urto ebbe i più tremendi effetti, tali da ridurre in pezzi gran parte del
vasto e popolato Continente Cià.
Ben poco è rimasto, e le attuali Isole
della Sonda, Filippine. Borneo, Sumatra ecc. ecc. sono ancora oggi il quadro
reale del Grande e Civile Continente distrutto.
Ma non meno minori furono i grandi
sollevamenti che si verificarono in quel tragico cataclisma nelle zome
dell’America del sud, dell’America del nord e dell’Africa.
Ci appaiono ancora oggi muti, avvolti in
un arcano fascino che sa di mistero e di terrore. La Grande e Maestosa
Cordigliera delle Ande ad occidente e gli Altopiani del Brasile ad oriente
parlano al muto osservatore del tempo.
Nel nord America, l’Altopiano del Messico, l’Altopiano dell’Utah e le montagne Rocciose si mostrano anche loro meticolosamente misteriosi, mentre nell’Africa orientale, nel mistico paese dell’antico volto, le Alture Etiopiche, del Kenia, del Tanzanica sono ancora là con tutto il prestigio della loro forza.
Ed ancora ad occidente dell’Africa
abbiamo l’Altopiano del Bihe (Angola) del Monte Camerun, dell’Alto Atlantide a
nord-ovest ed il Grande Atlantide.
La massa ignea del Geoide, furiosamente
turbata nella sua quiete, ebbe anch’essa la sua parte nelle formazioni montuose
e vulcaniche per la enorme pressione da essa esercitata nella intera grande
distesa della crosta terrestre.
Ma il Mondo, pur diverso nel volto e
nelle membra, inizia il nuovo cammino Evolutivo sul Sentiero delle Leggi
Macrocosmiche dell’Universo. L’atterrita Umanità di allora, decimata dalla
indescrivibile Forza della Natura, colpita senza potersi rendere conto, da un Flagello
Apocalittico di una Portata catastrofica eccezionale, iniziò il duro cammino
della sopravvivenza, conscia interiormente di una storia che mai il Mondo e le
generazioni future potevano cancellare dallo Spirito.
Il cammino divenne più duro che mai perché il Geoide in assestamento muoveva ancora le sue membra, ora rizzando ora estendendo la sua dura epidermide. Il Mondo iniziava il suo nuovo cammino roteando attorno al nuovo asse. Il nuovo equilibrio gli permetteva di iniziare, seppur lentamente, l’effetto della dilatazione.
La sua sfericità si andava via via
allargando al centro. Le acque, che in un primo tempo assottigliatesi furono
costrette ad invadere e sommergere gran parte della crosta terrestre, si
andavano via via ritirando. L’estensione si verificava in modo razionalissimo.
Le masse delle immense zolle di terra che erano divenute una omogeneità confusa
e contorta, dagli effetti della reciproca comprensione, si estendevano anche
loro distaccandosi e creando così enormi voragini ed avvallamenti.
Le acque si precipitavano nei punti più
bassi lasciando in tal modo le zone più alte.
Intanto, mentre tutto si assestava e
mentre ogni cosa riprendeva il nuovo cammino, una nuova minaccia si profilava
all’orizzonte. I nuovi Continenti che per milioni di anni portarono il grave e
pesante mantello bianco dei ghiacciai, emigrati verso l’Equatore per l’effetto
dello spostamento dell’asse terrestre incominciarono a spogliarsi del pesante
fardello. Il cambiamento di temperatura non consentiva più la possibilità di
vita dei ghiacciai. Si verificò allora una nuova catastrofe.
I ghiacciai iniziarono a liquefarsi
facendosi strada lungo i pendii e le coste, tracciando vaste condutture
naturali (Morene), formando laghi e provocando una spaventosa inondazione.
Fu proprio come un Grande Diluvio
dilagante e minaccioso.
Mentre ciò avveniva nei Continenti
emigrati verso l’Equatore, altra sorte si delineò per quei mari e Continenti
che per lo stesso effetto si trovarono verso le calotte polari: il freddo ed il
candido ghiaccio li strinse chissà per quanto tempo, in una morsa gelida.
Intanto il Geoide si spingeva sempre più
verso una normalizzazione, mentre l’alba della nuova Umanità aveva inizio con
gli scampati alla catastrofe sulle più alte montagne del Mondo, in immense
caverne, con l’estrema speranza di sopravvivenza.
Intanto, mentre ogni cosa tornava
all’Ordine Superiore di riassestamento sul nuovo volto del Mondo, i superstiti
delle diverse Razze sopravvissuti all’Apocalisse, iniziarono estenuanti e
lunghe emigrazioni dalle zone che li avevano lasciati vivi, peregrinando tra le
insidie della natura divenuta nuovamente primitiva e selvaggia.
Nei loro volti e nei loro cuori rimase viva l’immagine del terrore, mentre a stento affioravano nelle loro menti i cari ricordi di un Felice passato nelle zone fiorite di un Paradiso terrestre perduto.
Gli scampati del grande Continente
Mù-Tolteche, gli uomini dalla pelle color rosso cupo, vigorosi nell’arte e
nella scienza, dovettero anche loro dire addio a quella contorta schiena
dell’adorata Terra ormai agonizzante e destinata a sparire per l’inesorabile
abbassamento delle sue basi in gran parte schiantate dall’immane urto. L’Oceano
Pacifico sud e centrale aveva ormai esteso il suo imperioso dominio.
Così iniziarono l’esodo, spingendosi
verso le coste occidentali dell’America del Sud e centrale (Cordigliera delle
Ande a sud, Altopiano del Messico al centro).
I superstiti dalla pelle color oro,
invece, ritenendo impossibile sopravvivere per l’incalzante formazione dei
ghiacciai, iniziarono l’esodo verso sud abbandonando alla dura sorte quelle
immense terre cariche di affetti, di gioie e di dolori, (Groenlandia, Islanda,
Terra di Baffin ed Isole circostanti), allora facenti unico blocco con
l’attuale Grande Isola.
Le loro mete furono le zone del Labrador, Terranova, Scozia; mentre altri gruppi si diressero alle estreme coste orientali, allora aderenti alle attuali coste Scandinave o verso le Alture delle Alpi Scandinave e della Gran Bretagna del nord, in quei tempi unita all’America settentrionale con Terranova.
I superstiti dalla pelle color bronzo,
del grande Continente Africano rimasero, seppur asserragliati nelle zone più
alte, sulla loro terra che il cataclisma aveva meno degli altri sfigurato.
Le attuali regioni della Guinea settentrionale
e meridionale ad occidente, e gli attuali Etiopia-Kenia, Tanzanica, Mozambico,
Madacascar ed Isole circostanti in quei tempi facenti unico blocco con Africa
ed Australia furono le loro mete, ritenute più sicure per la sopravvivenza
delle loro Creature.
Infine la Razza dalla pelle color
mimosa, la più colpita dalla sventura, dovette cercare rifugio nell’interno di
quelle nuove terre emigrate dalla Calotta Polare del nord, cercando la
sicurezza nelle immense Alture. Abbandonavano così quel poco che era rimasto
nel grande Continente Cià e che li aveva salvati dal furioso, tremendo scontro
(attuali Isole Filippine, Borneo ed Isole <circostanti, Cina orientale e
Giappone ed Isole circostanti allora unite).
Il Tibet e le Alture della Cina furono le loro mete, mentre altri si spinsero alle terre dell’Himalaya.
Il Geoide aveva ripreso la sua normale rotazione intorno al nuovo asse, manifestando la normalizzazione completa dell’equilibrio della sua massa. Passarono millenni e millenni.
Ricominciava così il Settimo sviluppo della sua Vita.
I popoli crescevano e se in un primo
tempo si dimostravano restii a lasciare le grandi alture ove i loro avi avevano
trovato rifugio e salvezza tramandando di generazione in generazione la
terrorizzante storia degli apocalittici avvenimenti, le necessità di spingersi
altrove costrinsero i più audaci a scendere a valle, che le acque ormai avevano
in gran parte lasciata libera. Alcuni si spinsero sino a raggiungere le rive
del mare.
Le notizie di migliori posizioni climatiche e di abbondante ricchezza vegetale ed animale richiamarono l’attenzione di tutti e dimentichi delle antiche tradizioni, abbandonarono le alte montagne per costruire miglior vita nelle ricche vallate della Terra.
Così ebbe inizio il periodo Prelemuriano che segnò per la nascente nuova Umanità il ritorno a quei principi di progressi generali che dovevano poi attraverso millenni e millenni raggiungere il livello dei nostri tempi.
Il periodo Prelemuriano segnò una caratteristica architettura mastodontica.
Il timore aveva ancora stimolato un Atavico ricordo. In loro non si era spenta
la scena apocalittica e costruirono le Grandi città protette da enormi muraglie
e da idoli altrettanto mastodontici come a voler preservarsi da un succedersi
di cattivi avvenimenti.
I popoli della pelle color rosso cupo si
estendevano sempre più verso le coste dell’America sud-orientale e
sud-occidentale, mentre la Razza dalla pelle color oro muoveva il passo verso
l’Europa centrale ed occidentale; altri gruppi verso l’America settentrionale
ed orientale.
Intanto il Geoide si era completamente
assestato, ma non del tutto. La nuova Umanità ormai lontana dagli antichi
giorni muoveva i primi passi verso una civiltà; ma ecco, un nuovo turbine
avanza, la lenta ma inesorabile dilatazione del Geoide doveva creare ancora
disastri e schianti. Le grandi zolle di terra che univano l’America del sud all’Africa
e su cui si erano incontrati per la prima volta il popolo nero con il popolo
rosso, cominciavano a dare segni di instabilità e di sgretolamento.
In periodi distanti l’uno dall’altro, si
verificarono enormi boati con aperture di enormi voragini; le acque trovando
libero ingresso penetravano attraverso le nuove fenditure formando grandi
insenature, pronte a balzar ancora in avanti.
Sembrava che le Isole si muovessero dal loro luogo.
L’estremo lembo dell’America del sud abbandonava l’Africa, lasciando libere le acque di penetrare nelle sempre più larghe fenditure minacciando seriamente le Isole, di sommersione.
Le popolazioni prevedendo sorte peggiore, abbandonarono le zolle di terra divenute ormai piccole e pericolose rifugiandosi nelle coste dell’Africa e nelle coste sud Americane in cerca di sicurezza. Ormai il tempo aveva segnato ogni cosa e, attraverso migliaia di anni, ciò che doveva accadere accadde; la deriva dei Continenti, se pur lentamente, avveniva inesorabilmente.
I
popoli divenivano sempre più numerosi e le necessità di scoprire nuove
terre fece pionieri gli uomini più forti.
Gli scampati delle Isole Lemurie, salendo verso nord,
costeggiando in parte l’Africa ed in parte l’America del sud, conobbero e si
unirono ad altra gente progredita nell’Arte e nella Scienza.
L’Unione della Razza dalla pelle color rosso cupo con quella dalla pelle color bronzo diede vita ad una nuova Razza, chiamata Razza Lemura.
Intanto l’America meridionale si era
staccata dall’Africa dall’estremo sud (attuale Terra del Fuoco) sino alle
altezze di Angola (Africa) rimanendo ancora legata dalle terre del Brasile
all’attuale Congo Francese, il Venezuela e la Guiana (America del Sud), alle
terre del Senegal, della Guiana Francese, Liberia, Costa d’oro e Nigeria (Africa).
Le Isolette Lemure sparivano per sempre sotto le acque.
Le voragini divenivano sempre più larghe
e più profonde mentre le acque irrompevano copiose ed impetuose dal sud verso
il nord.
Altrettanto fecero gli uomini della
nuova Razza, figli di Lemuri, divenuti forti e coraggiosi. Essi furono i più grandi
in scienze ed arte e la loro pelle non era né nera né rosso cupo, bensì, color
rame.
Così per primi gli uomini dalla pelle color rame raggiunsero l’Africa esplorando una grande striscia di terra del Continente Atlantideo. (Figura nº 3)
Raggiunsero le coste dell’Africa (Rio
D’oro e Marocco) sino a toccare le coste dell’Angola bagnate dal crescente mare
Atlantideo. Ma rimanevano ancora da esplorare immense distese di terra
ricchissima di vegetazione, essendo questa composta di avvallamenti profondi
che dal sud andavano verso il centro sino all’attuale Terranova, Inghilterra,
zone primitive dei popoli dalla pelle color oro.
Più a nord la gelida Groenlandia ancora
unita alle terre dell’Alto Canadà e della Scandinavia, faceva la diga naturale
alle pressanti acque del nord. Man mano che i pionieri del popolo biondo si
addentravano di più verso il sud e verso il nord Europa, quelli dalla pelle
color rame si estendevano sempre più in tutte le direzioni della grande
Atlantide dirigendosi verso nord-ovest.
Quella immensa terra, la più ricca di
tutte le terre del Mondo su cui pesava il tragico destino, fu meta di incontri
tra le due razze sconosciute; bionda e rame.
Avvennero tumulti, guerre,
sottomissioni.
Ma un grande essere scaturiva
dall’incontro delle due razze: “L’Atlantideo”;
fisico robusto, color rosso bruno, alto, di spiccata intelligenza e di capacità
strabilianti; era nato il re dei re
in un nuovo Paradiso terrestre.
Dall’Ascesa di questa nuova Razza nacque
la più potente Generazione che l’Umanità ricordi.
Quanto dico sembrerà una favola ed Io
desidero che tale rimanga dinanzi ai vostri ragionamenti.
Durante il periodo Pre-Atlantideo numerosi mezzi
provenienti dal Cielo Astrale si posarono su alcune alture. Avevano forma di un
uovo lucente e con capacità eccezionali.
Possedevano magiche Virtù e si dicevano “Figli del Sole“.
Furono questi che istruirono nell’Arte
Divina gli Atlanti dei e furono questi a rendere possente quel Popolo.
Il Grande Maestro così si esprime:
“Dalle
lontane vie del Cielo si mossero Spiriti Eletti e, scesi sui monti
Dell’Atlantide, portarono sulla Terra la Sapienza dell’Eterno Padre di tutti i
Cieli.
In loro era
il Paradiso, in loro si rispecchiava l’Ordine Universale, in loro era profusa
la Grande Coscienza del primo seme di tutte le Conoscenze visibili ed
invisibili.
Loro furono
la mano benigna della Luce Divina e per loro mezzo, Dio operò dal Grande Logos
che emana la linfa della Vita, della Ragione del Bene Infinito.
Essi furono
chiamati “ Dei Solari “ ed in loro omaggio il popolo adorò il suo primo, vero
Dio: l’Universo, la Grande Coscienza che crea con l’Eterno suo Amore e
che illumina i Sentieri Infiniti dei Sette
Cieli”.
Il tempo si perdeva nell’Infinito,
centinaia di milioni di anni trascorsero dalla prima Alba dell’Umanità in
questo Mondo. Nessuno era più in grado di ricordare la passata Generazione. Ma
vi furono, in quel tempo Atlantideo, uomini di Bellezza Divina, venuti da un
Mondo lontano con dischi volanti infuocati, somiglianti al Grande Astro Solare.
Essi edificarono il Regno di Dio sulla
Terra dando al Forte popolo Atlantideo una Sapienza capace di raggiungere le
più alte mete dello sviluppo Spirituale e materiale. Furono loro gli Esseri
Divini dal Dolcissimo sguardo, Maestri dell’Arte Universale, Conoscitori di
profonda scienza, Dotti nell’arte del Visibile e dell’Invisibile.
Essi furono adorati come Dei Solari e per essi edificarono templi di meravigliosa bellezza. Gli Atlantidei furono sotto l’Ammaestramento di queste Divinità venute dallo spazio profondo dei Cieli ed in breve tempo gran parte di quel popolo divenne il più potente ed il più ricco della Terra.
La segretezza delle più care iniziazioni
fu riservata a coloro che dovevano poi divenire gli eredi delle Virtù Celesti.
Questo primo periodo che durò migliaia
di anni fu caratterizzato da Eventi Grandiosi. La Scienza, l’Arte ed il
commercio ebbero uno sviluppo grande e fiorente, mentra l’Etica di quel popolo
raggiungeva mete tanto alte da paragonarsi all’Etica Perfetta dello Spirito.
Grandi metropoli nascevano ovunque con
lineamenti di imparagonabile bellezza d’arte resa mirabile dalle rifiniture in
oro calco, che i Divini avevano con grande facilità costruito con la loro Arte
Atavica.
Le carovane numerose andavano e venivano portandosi ora dalle coste Africane ora dalle coste Americane. Il commercio si estese pure nella bassa Europa sud-occidentale (Attuale Portogallo, Francia, Germania).
Il Paradiso di Dio si era in quel tempo stabilito sulla Terra.
Una grande colonia forte e prospera si spostò verso oriente edificando una grande metropoli nel basso Nilo (attuale Egitto) facendo di queste terre zone ricchissime, allargando sempre più il loro dominio nelle vaste e deserte distese dell’alto Egitto e dell’Africa sud-occidentale. In quest’ultima zona si edificò il Tempio delle Tre Porte D’oro, detto pure il Tempio della Sapienza.
Lo sviluppo delle qualità psichiche di quel popolo divenne tanto potente da concedersi le facoltà più ampie della Potenza Spirituale. Il costante equilibrio Spirituale-Corporale di una educazione assidua e sorvegliata di quel popolo ormai all’apice dell’Evoluzione.
La scienza dell’Alchimia, esclusivo dominio della casta sacerdotale degli Dei Solari, rimase un segreto per il popolo, ed ancora oggi gli uomini si affannano vanamente a rendere quest’arte priva di Mistero.
In questo primo periodo l’Impero Atlantideo ebbe un radioso, pacifico, e prosperoso sviluppo. Però la fine del primo periodo doveva essere segnato da un fatale avvenimento che il tempo aveva via via maturato; ancora una volta la Superficie terrestre cominciò a tremare aprendo enormi voragini, ancora una volta l’Africa e l’America si davano uno strappo di allontanamento.
Durò molto tempo la tragica seppur lenta deriva delle due immense zolle di terra.
Le voragini divenivano sempre più larghe tanto da permettere sempre più alle acque di penetrare e di allargare il loro dominio.
Le parti più basse di quella Terra venivano invase dalle acque. Il sud di quel grande Continente diveniva un gruppo di grandi Isole circondate dalla prepotenza delle acque in continuo agguato. Tali avvenimenti che segnarono la fine del primo periodo Atlantideo e l’inizio del secondo periodo, gettò lo scompiglio e la disperazione di quel Paradiso che gli uomini avevano costruito.
Molti furono coloro che prevedendo il peggio si rifugiarono verso le coste dell’Africa orientale, divenendo, per forza, preda del popolo dalla pelle color bronzo e sottomessi alle loro abitudini diversissime e strane.
Poseidone resistette tenacemente al continuo dilagare della involuzione degli animi al cospetto delle esibizioni sessuali, che ormai avevano corrotto gran parte di quel popolo, estendendosi rapidamente verso il centro e verso il nord.
Sette segrete nascevano ovunque con a capo donne spregiudicate in morale e in corpo, attanagliando l’ingenuo e Puro elemento che per mera avventura veniva in contatto con queste sette.
L’intervento degli Iniziati non valse a stroncare la ormai mostruosa degenerazione fisico-sensitiva.
Lotte sanguinose si susseguirono lungo il tempo ponendo sotto la sferza della distruzione quel caldo giaciglio che gli Avi chiamarono: Paradiso Terrestre.
Ma la Grande Volontà del Vecchio Vegliardo degli antichi giorni diede al Mondo l’Iniziativa di porre fine al dilagare continuo dei tremendi vizi degeneratori. Avvenne che la grande Groenlandia, allora unita agli attuali continenti nord-orientale (Scandinavia) e nord-occidentale (alto Canadà) barriera naturale alle pressanti acque del nord, cominciò a dar segni di movimento provocando immense voragini sempre più amplificate dal continuo movimento migratorio.
Le acque, trovando modo di incanalarsi attraverso quelle enormi fenditure, si precipitò verso il sud provocando le inondazioni dell’alto Atlantide e sommergendo gran parte di quel territorio, per sua natura molto basso, e di molto rispetto al livello delle acque nordiche.
La Groenlandia aprì le porte e man mano che essa andava alla deriva, le acque furiose ed instancabili invadevano sempre più il Continente ricongiungendosi con quelle acque del sud. (Fig. nª4).
Dell’Atlantide non rimanevano altro che
poche Isole qua e là sparse nell’immenso
attuale Oceano Atlantico. Molti perirono e altri sfuggirono al fatale destino.
Ormai il mare era divenuto padrone della Terra più ricca del Globo.
Passarono ancora migliaia di anni e la grande Isola del Sole, Poseidone, forte ed instancabile nell’Opera dello Spirito e della Saggezza Divina, risplende più che mai come a voler dire agli uomini perduti che Iddio, irato per l’opera nefasta che avevano intrapreso, aveva permesso alle forze della materia e degli elementi di operare distruzione e morte.
Molte furono le pecorelle smarrite che
ritornarono nuovamente all’arte della Pace e dello Spirito. Ma l’arte della
guerra aveva reso bruti in un gran numero di uomini che privi ormai di sensato
Amore al Prossimo affilava le armi nelle alture delle coste Americane del sud
in preda a deliri avversi e sanguinari. Gli attacchi continui e selvaggi
sottomisero alle loro leggi sanguinarie, gran parte di quel popolo che era
ritornato alle Leggi Ataviche degli Antichi Maestri venuti dal Cielo.
Ma la lotta, seppur tremenda, fu
contenuta per lunghissimi anni al di là della grande Isola di Poseidone, Isola
Sacra ove il Tempio in oro-calco splendeva come un Sole Scintillante.
Il tempo fu avverso e le orge selvagge e
abbrutite dall’arte della guerra costrinsero alla resa il rimanente e ormai
decimato Popolo Atlantideo.
Molti fuggirono verso oriente (attuale
Egitto) portando con sé la storia Immortale del Mondo e delle più Eccelse
Conoscenze dell’Arte Divina dello Spirito.
Gli invasori, occupate le Isole,
istruirono i loro templi di sangue e di orrore perseguitando coloro che
vollero, ad onta del supremo sacrificio, gridare ancora la loro fede nell’Arte
Celeste.
Nel contempo, anche i mori ed alcune
tribù bionde, strinsero alleanze con i conquistatori delle Isole.
Le orge si susseguirono nello sprazzo
lussurioso di incontenibile bassezza, edificando la più povera di tutte le
involuzioni di tutti i tempi. I fuggiaschi che ebbero per meta le grandi
distese del Nilo, ritrovando i loro Fratelli ormai da tempo padroni di quelle
terre, ebbero asilo ed insieme instaurarono i Grandi Principi che la sorte
avversa aveva messo a dure prove.
Divennero potenti e, questa volta,
armati e guardinghi ad eventuali imprese degli ormai nemici.
Le Isole conquistate erano divenute meta di comitive di sanguinari e di esseri irruenti e selvaggi. Il delirio del sesso, della lussuria, della materialità e del sensualismo drogato, aveva reso debole ogni loro iniziativa barcollando come forsennati nelle loro stesse amarezze.
Parecchi Iniziati tentarono, a prezzo
della Vita, di convertirli ma inutilmente, ormai il fango li aveva sommersi e
travolti.
In questo periodo Io nacqui da una
famiglia Iniziatica, massacrata da una turba di fanatici assassini.
Ebbi ricovero, ancora piccolo, in una
setta segretissima, ove crebbi Ammaestrato dalla Verba Dolcissima dei Maestri
dal Dolcissimo Sguardo.
Un Profeta, che tale sembrava essere ma, in Verità, era un Divino del Sacro Consiglio dei Cieli, aveva detto:
“Destatevi! Destatevi! Il Paradiso sulla Terra per colpa vostra si è perduto”.
Nessuno gli aveva creduto e quando lo sacrificarono alle più terribili torture, senza che Egli spirasse pur avendo il cervello fuori dal cranio… La Terra tremò ed il Cielo si oscurò in un uragano spaventoso.
Il Tempo ormai aveva segnato la fine.
E ciò avvenne come un fulmine.
Le isole, per quello che Io so, sprofondarono sommergendo milioni di esseri, rei di aver con la loro inaudita spregiudicatezza disubbidito a Colui che sulla Terra si era degnato di dare il volto, il respiro e la linfa dell’Ordine e dell’Amore Imperituro ed Eterno dei Cieli.
Così ebbe fine il grande e potente Regno
degli Atlantidei che la storia ha nascosto nell’abisso del tempo e nelle ali
dello Spazio ove l’uomo sfiora con la sua Anima, con la sua Intelligenza e con
il suo Amore un passato, che ignorando gli appartiene.
Poi ho appreso che la Voce apparteneva agli Esseri Extraterrestri
e che mi stavano condizionando mentalmente al fine di ricordare le mie vite
passate e usare le mie conoscenze precedenti per compiere un'azione concreta in
questo momento.
- Erano conoscenze di tutti i tipi: cosmogonia, teosofia, geofisica, biologia, geodinamica e biodinamica.
Ma queste comunicazioni erano supportate nel ricordo delle mie vite precedenti e nell'uso delle conoscenze accumulata in tutte quelle vite.
A questo mi riferisco quando parlo che Loro hanno
Ridimensionato il mio Essere, lo hanno capacitato per ricordare il passato, un
passato che era vivo nella mia memoria.
- Esattamente.
All'improvviso ho sentito il bisogno di iniziare a
disegnare.
Mai prima d'ora avevo avuto una inclinazione per il disegno né le conoscenze che mi avrebbero capacitato di disegnare una linea retta.
Durante questo periodo vedevo le mappe chiaramente disegnate
nella mia mente, in modo che le mie mani dovessero solo muoversi e copiare.
- I miei disegni sono passati attraverso molte mani.
Ho persino presentato al pubblico le mie storie su Atlantide. Nessuno può fornire prove contro ...
Nessuno ricorda di aver vissuto in quella epoca come
io me lo ricordo. Ciò che è stato scritto, alcune delle teorie scientifiche su
ciò che è accaduto nel Mut e nell’Atlantide, non ha nulla a che vedere con la
realtà o molto poco.
Nessuno poteva rifiutare o respingere le mie affermazioni
...
Le cose sono successe così come le ho disegnate.
Ciò che nessuno scienziato poteva spiegare era che
un semplice impiegato del dazio, senza alcuna conoscenza precedente
sull'argomento, avrebbe potuto realizzare tali mappe, senza alcun modello da
dove copiare, senza dati su cui basarsi per determinare l'evoluzione dei
continenti.
- Sotto il nome di Bahrat, ero uno studente nell'isola di Poseidone, una delle isole più grandi del gruppo che formavano l’Atlantida tra Europa-Africa e le Americhe.
Su quell'isola avevamo un laboratorio. Io mi
dedicavo a studiare precisamente la deriva e la rottura dei continenti. Il
laboratorio era a più di tremila metri sul livello del mare.
Le Isole Canarie sono una vestigia di quell'isola in
cui ho vissuto.
- Avevano uno sviluppo scientifico di gran lunga superiore a quello attuale.
Sapevamo che si stava preparando una nuova rottura dei continenti, potemmo persino prevedere la catastrofe con tempo e salvaguardare conoscenze e dati scientifici.
Il sistema di governo e cultura era totalmente diverso da quelli attuali.
Ma l'uomo sempre era libero di scegliere tra il
positivo e il negativo. Quando questa scelta ha raggiunto il punto X del suo
sviluppo, hanno avuto luogo i grandi cataclismi, la fine di alcuni cicli e
l'inizio di altri.
- No. Era costituito da un gruppo di isole.
Si poteva arrivare dall'Africa alle Americhe con
piccole imbarcazioni di papiro. Potevano essere trasportate da un'isola
all'altra.
La consapevolezza di questi fatti si acquisisce quando si ha raggiunto un livello evolutivo.
In passato, questa coscienza esisteva su questo Pianeta.
La nostra generazione l'ha persa. Questa è la Legge.