A Mi Amigo y Hermano.ES-. by Antonio Pastor L. on Grooveshark
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sábado, 17 de noviembre de 2012

02-.EPOCA DI ERMETE TRISMEGISTO-.I SETTE PRINCIPI ERMETICI

        

ERMETE TRISMEGISTO-. EGITTO-.

I SETTE PRINCIPI ERMETICI

I prinzipi della Verità sono sette:

1.  Principio del mentalismo, ovvero "tutto è mente".

2.  Principio di corrispondenza: "come in alto così in basso".

3.  Principio di vibrazione: “niente è fermo, tutto è in movimento e in vibrazione”.

4.  Principio di polarità: “tutto è duale, tutto ha due poli, ogni cosa ha il suo opposto”.

5.  Principio di ritmo: in ogni cosa c'è un movimento simile a quello di un pendolo.

6.  Principio di causa ed effetto: “c'è una causa per ogni effetto e un effetto per ogni causa”.

7.  Principio di genere: ogni cosa ha un genere, maschile o femminile .



Chi capirá questo perfettamente, possiede la Chiave Magica infronte alla quale le porte del tempio si apriranno spalancate.

È consigliabile leggere L'AQUILA D'ORO
Io ero cresciuto e ben comprendevo tutte le cose che qui vi racconto. Un dì avvenne che io guardassi un uomo vecchio e barbuto che, orando alle turbe in moltitudine riunite intorno a lui, diceva:


“Così fu, così è e così sarà fino alla settima generazione; e questa è la quinta delle sette”.


Così diceva lui che io guardavo con occhi attenti e con mente sveglia. Ed egli disse ancora:


“Passerà del tempo, e passerà infelice sino a quando l’Uomo Eterno verrà dai cieli, come avvenne prima che nascessero i Padri per giudicare le colpe da loro commesse. Ciò che avvenne allora, ancora dovrà avvenire per due volte ancora su questa terra; l’ultima sarà la settima volta”.


Ed egli diceva ancora:


“Sette volte ogni uomo verrà sulla terra ed egli non ricorderà mai di essere nato prima e di essere rinato dopo; e questo per sette volte”.


Ed egli così parlava, mentre l’animo mio ardeva di verità e di profonda ammirazione. Ed Egli così ancora diceva alle turbe:


“Sette sono ora le generazioni che dureranno e pur dovranno finire su questa terra; e voi siete la quinta generazione. Sette sono le Scritture dei Cieli ed ogni generazione ne ha una per volere di Dio. Questa vostra è la quinta, e pur dovrà finire. La settima sarà l’ultima prova, poi avverrà il Giudizio finale”.


Così Egli parlava a coloro che avevano perduto la pace dell’anima. E disse ancora:


“Voi siete la quinta, ed il seme della sesta nascerà dalla vostra fine. Così è segnato nel gran Libro dei Cieli. Ed allora avverrà che l’Uomo Eterno, Dio, verrà sulla terra come sole splendente del cielo per mostrare a voi la Gloria Sua e la Potenza del Suo Regno, che è Regno dello Spirito Eterno. Molti di voi, divenuti forza del male, proveranno terrore e pur non modificheranno, né ritorneranno indietro dai loro propositi, né si ravvederanno i nascituri, poiché la malefica arte dei padri rimarrà pure nel seme. Pochi, in verità saranno coloro che ritorneranno ai voleri dello Spirito; ed essi soltanto si salveranno nell’anima e nel corpo. Essi saranno guidati là, verso Oriente, ove la terra rimarrà fuori dalla furia delle acque e immune dai disastri, ed essi ancora procederanno verso la retta via, innalzando tabernacoli e templi alla Gloria ed alla Potenza di Dio”.



Ed io ascoltavo con cuore aperto ciò che Egli diceva alle turbe irrequiete e minacciose.


Avvenne che Egli non fu creduto, come uomo simile agli altri; ed incapaci di avvertire nel loro cuore la forza della pietà essi sentenziarono in segreto ciò che dovevano operare a Colui che aveva predetto tale fatale destino a causa dei loro peccati, per volere di Dio, predicando senza timore alcuno. Le turbe animate da malvagi propositi e sconsigliate, lo presero dal luogo ove Egli stava e lo trassero in disparte con viva forza. Il cuor mio ardeva d’amore per lui, ed io ero pur giovane, eppure amavo le sagge parole che Egli aveva con tanto senso detto. Ed avvenne che lo portarono in un campo ove i fiori erano aperti al sole caldo e splendente, e là iniziarono a praticare ciò che nel segreto avevano sentenziato. Egli non provò impazienza, né la saggezza dell’anima e del cuore si smosse, che non fece alcun segno di rivolta; né i suoi occhi, simili alle stelle, si dilatarono per paura. Anzi volle aggiungere a quel che aveva detto alcune parole ancora, e disse:


“Verrà il tempo che io siederò tra i sette Giudice del Cielo, con il Volere di Dio, e là leggerò punto per punto le colpe vostre e tal sarà il giudizio: che la vostra radice rimarrà sulla terra e quel che avete pensato di praticare sul mio corpo verrà praticato a coloro che dalla vostra radice verranno al mondo sino al tempo che Dio vorrà, con egual forza e misura. Ravvedetevi, dunque; poiché ancora è tempo”.


Ma le turbe inferocite e sconsigliate non vollero frenare il malvagio istinto del male. E quel che io vidi, dopo che Egli terminò di parlare, fu tanto crudele che gli occhi miei divennero come pietre nel mare. Vidi uomini cercare nel cervello del Saggio colui che tanto cattivo parlava in vece sua. E cercarono, cercarono senza trovare ciò che loro avevano pensato vi fosse. Ed il Saggio Uomo, pur senza ciò che l’uomo deve avere per forza, rimase così come prima era, anzi più vivo di coloro che gli stavano intorno ad operare delitto. Tanto che a vederlo, coloro che per primi avevano operato, divennero irriconoscibili, poiché non parlavano come era comune parlare, ma bensì come parlano gli insensati e privi di coscienza; ed i loro occhi roteavano da un punto all’altro veloci come il vento.


Avvenne che il Saggio Uomo, pur rimanendo com’era, disse ancora:


“Avete visto ciò che ai mortali non è dato vedere in vita e nel futuro del tempo. Tal cosa opererà Dio in voi ed in quelli che germoglieranno dalla radice vostra. Eppur non saprete mai, né conoscerete, poiché Dio così vorrà che sia”.


E dopo aver detto questo, così com’era, s’incamminò come un uomo che ha tutto ciò che la Madre dà alla propria creatura. Eppur non era così; ché il cervello Egli non aveva.

A tal vista avvenne un turbamento in tutti coloro che osservavano tal strana bravura del Saggio Uomo. Anch'io come loro, mi turbai; ma io ero già prima, poiché nell’anima mia sentivo bruciare di verità le sue parole.


Ed avvenne che io solo lo seguissi. Ed altri, ancor terrorizzati, si stavano in disparte, facendo cammino inverso. Eppur, quando Egli mi vide, non si arrestò, anzi con amorevole cura si fermò e disse:


“Vieni, piccolo mio, poiché in te è ciò che è in me”.


A questo suo dire, gli occhi, il cuore e l’anima mia provarono un grande calore e tutto il mio corpo ardeva come fuoco. Ed Egli, ancor più vicino a me, disse.


“Non provare sdegno di ciò che hai visto, poiché quel che tu senti nell’anima tua Dio ha già sentito molto tempo prima; ed Egli darà il medesimo dolore”.


Ed io ancor tremante di pietà, domandai: Chi sei tu che nell’animo mio fai tanto vuoto di dolore e di tristezza? Ed Egli così rispose:


“Io sono Messo di Dio e per Sua Volontà sono venuto sulla terra. Io non ho nome e non sono come tu sei; eppure tu, piccolo mio, possiedi quel che io posseggo per Volere dello Spirito Santo. Quel che tu senti nella tua fragile e pur grande coscienza è Colui che regna eternamente nei Cieli, là dove gli occhi tuoi non potranno vedere”.


Ed Egli, così come un padre ammaestra i figli, continuava:


“Vi è un luogo in cui la notte è giorno ed il giorno splendore; e un tempo non lontano tu ci verrai, e là vedrai Colui che i tuoi occhi vedono”.


E continuando diceva ancora con amorevole fiato:


“Quel giorno gli Angeli canteranno tutti in coro, e tu verrai per la via che a me ti conduce, ove resterò nei secoli dei secoli, sino al giudizio della fine. Tu, piccolo mio, un giorno lascerai qui sulla terra il tuo corpo, eppur tu vivrai in diversa forma che né corpo né aria ti sarà utile; e solo quando avrai visto ciò che il futuro conserva alla settima generazione, solo dopo, per concessione dei Sette Spiriti di Dio, e per Suo consenso, rivedrai nuovamente il mondo con volto diverso di come or tu lo vedi”.


Dopo aver detto ciò, il Saggio Uomo aggiunse:


“Ora ti lascerò e tanto tempo passerà prima che tu possa risentire il calore di tale verità nell’anima tua; però ti dico ancora: in quel tempo, quando tu sarai ritornato tra gli uomini della settima generazione e quando avrai compiuto gli anni trentatré, io sarò nell’anima tua e nei tuoi pensieri, e di ciò ti darò prova d’esser venuto, poiché a te vorrò parlare di tante cose. Ed or è opportuno che tu sappia ancor ciò che dovrà avvenire in breve tempo, affinché tu sappia il cammino giusto e consigliato.

Avverrà che il sole diverrà più volte grande e molto più splendente di come tu ora lo vedi. Ciò non abbia a turbare l’anima tua poiché nessuna cosa arderà di ardente fuoco. Quando ciò sarà osservato, tu muoverai cammino verso oriente e passo per passo l’anima tua sarà consigliata per i lunghi sentieri verdi che nel tempo dovrai percorrere. Il cammino sarà tanto lungo e faticoso, ma ciò non sarà turbamento né per il corpo né per l’anima, tua poiché sarai guidato e consigliato. Avverrà che alla fine del lungo cammino incontrerai coloro che sulla fronte portano il sole, simile a quello che tu vedi nel cielo; e là ti fermerai. Là passerai il rimanente tempo della tua vita; finirai i giorni senza patire dolori nel corpo tuo, né esso rimarrà scoperto, né mano umana lo toccherà sino alla fine. E allora, quando questo avverrà che tu lascerai il corpo, da uomo, e verrai nel Regno dei Cieli, da quel regno io farò vedere a te ciò che accadrà sulla terra per colpa della quinta generazione”.


Dopo aver terminato il suo dire, io mi sentii avvolto in un profondo sonno e piegando la mia testa sulle sue ginocchia mi addormentai silenziosamente.

Il mattino che venne, non appena i miei occhi si aprirono, vidi là, al posto delle ginocchia del Saggio, un’abbondanza di vari fiori profumati ed ancor vivi di tanta vita. Egli non era più, né nei dintorni i miei occhi lo videro. Cercai con affanno e con speranza e per molto tempo peregrinai pur di trovarlo; ma, ahimé! Vane furono le mie ricerche. Egli non era come ero io, né sulla terra, perché avvenne che l’anima mia, dentro di me, parlasse dicendo:


“Non faticar oltre con tanto amore, poiché inutilmente tu cercherai Colui che brami riveder com’era. Io non sono più come tu sei, poiché il Padre mi ha chiamato a Sé e pur son dentro di te affinché l’anima tua parli e dica ciò che io voglio dire”.


E quello che io sentivo dentro di me mi rallegrava il cuore, e gli occhi miei davano Luce di beatitudine come io non ebbi mai. Eppure Egli non era più, ed io con veemenza bramavo che Egli fosse così come gli occhi miei lo avevan visto.


Passò molto tempo, e dentro di me albergava la voce del Saggio e mi seguiva ovunque io andassi. Gli anni miei avevano raggiunto il numero di venticinque ed il sole era nel segno della Sapienza che è il segno dello Spirito e pur segno della generazione quinta, in cui vidi gli anni della mia vita crescere come pianta di prato. In quel tempo accadde ciò che nel mio cuore stava inciso. E vidi il sole farsi tanto vicino alla terra come minaccia mortale. La urbe, i Re ed i sacerdoti ebbero infinito spavento, e tutti urlavano come esseri senza senno: andavano come il vento impazzito a cercare rifugio nel ventre dei monti. E gridavano con tanto frastuono che a me pareva che le acque dei mari camminassero di corsa sulla terra.


Gli occhi miei non si mossero dallo splendido sole divenuto dieci volte più grande di quanto egli è solito essere; né sgomento sentì la mia anima, né io mi mossi dal luogo ove rimasi immobile, avvinto da tanto splendore. Ed avvenne che, mentre gli occhi miei fissavano tanta meraviglia, la Verba che in me si faceva parola diceva:


“È ora che tu muova cammino verso oriente, poiché ciò che doveva avvenire avverrà presto per opera e per volere di Dio”.


A quel detto io non rimasi a lungo in meditazione, perché sapevo che “EGLI” era a parlare dentro di me. Ed avvenne che, mentre io muovevo cammino verso oriente, vidi il sole girare come gira una ruota di carro nella terra secca e senza porre in atto alcuna minaccia, ritornò nuovamente come prima era, dieci volte più piccolo.

Le turbe, i Re ed i Sacerdoti, ancor terrorizzati, non uscivano dal ventre dei monti, poiché nel loro pensiero sostava la paura che il sole ritornasse ancora più grande e più minaccioso di prima.


Nel mio pensiero spuntò, come l’alba, il disegno del cammino che dovevo iniziare, poiché io sapevo nel cuor mio di doverlo intraprendere. E così avvenne che il mio corpo iniziò la sua fatica, che dire il tempo mi pare ancor più difficile. Dopo tanti giorni di cammino raggiunsi una grande foresta, e là posi il mio corpo a riposo ed i miei occhi al sonno.

Vidi il Saggio Uomo  curare le piaghe che s’erano formate nel corpo mio con amorosa cura e vidi ancora che Egli pose sulle mie asciutte labbra olio odoroso dicendomi:


 “Diletto figliolo, questo è Amore dello Spirito; alzati poiché l’ora è vicina e di tal grande foresta nulla rimarrà se non cenere e nessuna cosa prenderà più vita”.


Così io feci e con più forza che prima non avevo cominciai a muovere cammino aprendo sentiero al passo mio.

Passò ancora tanto tempo prima che io scorgessi un uomo prima e molti altri dopo venirmi incontro come se io avessi la corona del loro regno. Eppure ebbi gran spavento prima che la Verba dicesse:


“Guarda la loro fronte e tranquillizzati poiché essi sono coloro che Dio risparmierà dalla dura sorte, essendo loro il seme della sesta generazione; ed essi ti ameranno, poiché tu rafforzerai nei loro cuori la verità dello Spirito che è regno di Dio”.


Ed io, quando ebbi vicino quelle creature, osservai attentamente le loro fronti e vidi il segno dei sole, così come era quando lo vidi dieci volte più grande. E prima che io dicessi a loro ciò che nella mia mente nasceva, loro dissero a me: “Sappiamo quello che tu porti nel tempio della Sapienza e sappiamo pure quanta forza c’è nell’anima tua per volere di Dio. Vieni, accostati a noi e rallegra di più consapevolezza spirituale le nostre coscienze”.

Ed io che ascoltavo il loro parlare pensando altrove, e pur apprendendo ciò che loro dicevano, dissi a loro: “Portatemi là dove il tempio eretto dalla Gloria dello Spirito ben conserva le vostre anime sagge e sapienti, perché è vero che là verrò ad albergare sino al giorno che Dio vorrà”.

E così avvenne che io entrassi nel tempio e adorassi la Gloria dello Spirito Santo ed insegnassi il benigno volere della Sua Sapienza al popolo di quei luoghi.

Avvenne che gli anni miei raggiunsero il numero quarantanove ed in quel tempo la Verba parlasse, dicendo:


“Figliolo, preparati a lasciare il corpo tuo poiché, come tu sai, l’ora del tuo trapasso è giunta, e come io dissi a te un giorno verrai nel Regno dei Cieli per vedere ciò
che accadrà sulla terra per le colpe della quinta generazione degli uomini. Preparati, figliolo, poiché nel sonno tu lascerai la vita terrena ed il tuo corpo verrà ben conservato come io ti dissi un tempo e come Dio ha disposto che sia”.


Ed io, lieto per quel che sentivo, provai tal gioia che il sonno mi colse con dolcezza infinita. Eppur non dormii, poiché mi vidi in un luogo che umana gente non ha mai visto né costruito con parole, tanto bello era quel luogo che io credevo ancora di dormire e di sognare, eppure non era così.


Io là vidi dolcezza, amore, pietà, bontà, carità, saggezza e sapienza e tant’altra bellezza dello Spirito e del regno dei Cieli. Io vidi ancora tutte queste virtù anche negli uomini, perché tale forma essi avevano, simile come io ero e pur non erano più e nemmeno io. Vi era tanta bellezza che lo Spirito mio si rallegrava come esprimere non so. Ogni attimo di ora, ogni ora del giorno era avvolto di dolce beatitudine e pieno di tanto amore, che altri, come io tale allegrezza dimostravo, avvicinandosi a me senza che io vedessi il loro camminare dicevano in coro:


“Gloria allo Spirito nella vita eterna. Gloria, Gloria, Gloria!”


 Ed io come loro con la Verba del silenzio senza cercare aria a ciò che più non avevo, dicevo:


“Gloria, Gloria a Dio amabile Padre di tutte le virtù. Gloria, Gloria, Gloria!”


E tanta musica io sentivo che orecchio umano non poteva aver mai sentito. Ogni cosa di cui non so misurare la bellezza aveva la luce splendente intorno a me, sembrò di contare mille e mille soli e mille e mille stelle. E la notte io non vidi mai poiché la luce rimase sempre splendida come io la trovai.


Ora, mentre io tanta dolcezza assorbivo con la luce dello Spirito, avvenne che si aprisse nello spazio, come un incanto, una grande parete di coloro oro vivo, ornata di fiori di mille colori e che raggi di sette colori uscissero prima che uomini , tale forma essi avevano, con lunghi capelli come lucente argento volassero d’intorno come uccelli in festa, annunciando con verba penetrante e forte di musicale armonia, i Sette Spiriti di Dio. E questi annunciatori erano di al bellezza che gli occhi del mio Spirito non osavano alzarsi dalla meraviglia.


Subito dopo avvenne che raggi come oro, tale era il colore, formarono un grandissimo tempio, tanto grande da poter contenere tutte le generazioni della terra, e nel centro di esso, stavano seduti i Sette Saggi in bianco lucente. Io vidi i lor capelli come neve al sole e soffice come leggerissime piume, lunghi e riposanti sulle formose spalle. Sulla loro fronte brillava una lucente stella simile a quella che io vedevo sulla terra, quando io ero così come oggi non sono, e la loro verba piena di celestiale dolcezza, come musica, raggiungeva tutti senza che loro gridassero. A tale vista mi sentii turbato, e pur era vero, poiché la sua voce giungeva a me che ero l’ultimo arrivato, e tanto lontano. Ed avvenne che uno di loro si alzò ed indicando come voler chiamare qualcosa, disse:


 “Venga colui che dall’oriente della terra venne qui in cielo per volere di Dio”.

Ed avvenne che alzai la fronte e con mia grande gioia gli occhi, che pur non avevo, si posarono sul volto di colui che come uomo venne sulla terra a dettar Legge Divina ed a far previsioni di Sapienza Celeste. Quanta gioia provò lo Spirito mio non posso ancor dirlo! Ma ben iodico, e questa è Verità, che Egli era il Saggio Uomo che io ancora ricordo. Ed avvenne che io non potessi trattenere di dimostrare la mia gioia e di dire: Il cuore mio è sempre stato con te sulla terra così come lo Spirito mio è con te nel Regno dei Cieli. Ed Egli, come un Padre parla al figlio rispose:


“La Grazia del Padre Eterno è in te, Figliolo, come lo era” allora quando tu pietà sentisti per cui io dissi a te che saresti venuto nel Regno di Dio per vedere le cose che sulla terra succederanno”.


Ed ancor disse:


“Io conosco la fede tua nello Spirito, e tutto il Collegio conosce l’opera tua sulla terra nell’era della Sapienza, per cui Dio, il Re del Cielo e della terra ha voluto accogliere, con compiacimento, il nostro dire sul tuo conto; ed Egli ancora propose ciò che qui avviene e che dovrà avvenire nel tempo che tu, Figliolo, diverrai ancora padrone del corpo e vivrai come uomo sulla terra della settima generazione”.


Ed io, come figlio ubbidiente e saggio che segue nell’insegnamento e nel volere il proprio Padre, stavo attento ed ascoltavo con sentimento il Suo dire ed il Suo proporre per cui rimanevo fermo nei Suoi disegni. Ed avvenne ancora che si alzò dal luogo ove stava e con lui un altro dei Sette, e senza muovere piede, mi vennero incontro, e prendendomi per mano sia l’Uno che l’Altro, mi portarono via dal luogo ove io stavo per raggiungere un grande monte. Là, con grande mia meraviglia, appresi dalle sue dimostrazioni che cosa volevano dire gli agnelli che io vedevo sparsi un po’ dovunque tutti morti, alcuni come annegati, altri come bruciati.


Era uno spaventoso vedere dei miei occhi, che non erano come quelli che ha l’uomo sulla terra. E loro due, che a dimostrare, volevano quel che io vedevo sul monte, mi dissero:


“Figliolo, adesso da questo monte tu vedrai cose che poi, per volere di Dio, avverranno nella quinta generazione, nella sesta e nella settima. In quest’ultima, che è la settima, tu sarai rinato sulla terra, e sino a che non avrai raggiunto gli anni trentatré, non ricorderai nulla. Quando avrai compiuto gli anni trentatré noi verremo ad albergare nell’animo tuo ed apriremo il segreto e scioglieremo ciò che prima stava legato. E tu allora ricorderai quello che eri prima, e nella tua mente si verificherà il ritorno delle cose vissute nell’Era della Sapienza e di ciò che hai visto in questo luogo. Ciò ti verrà facile ricordarlo, e tu farai questo: che scriverai ciò che senti senza sentire fatica nella tua mente e senza sentire stanchezza alcuna nel tuo corpo. Inoltre avverrà che un numero terrà sempre la tua Coscienza sveglia e forte, e questo sarà il numero “Sette”. Ed ancor diciamo: che il cuore tuo non avrà pace finché tu non avrai compiuto l’opera che è nel disegno di Dio per la settima generazione. Inoltre tu devi sapere bene che molti ti saranno ostili e molti sorrideranno dell’opera tua, e ciò non deve rattristare l’anima tua, perché è vero che chi di te sorride si pentirà di averlo fatto. Vi saranno anime sincere che crederanno in te, e quelle si salveranno nel corpo e nell’anima  e si purificheranno e purgheranno i loro peccati commessi. Poi né madre, né padre, né sposa, né figli e né amici ti crederanno, anzi cercheranno di faticare affinché il velo dello scoraggiamento scenda sul tuo volere. Ma noi veglieremo su te e sull’anima tua poseremo i sette doni dello Spirito Santo, e tu sarai sapiente, intelligente, consigliato, forte nella scienza e nella pietà; ed infine sentirai il timore di Dio. Così tu sarai ed avrai forza di combattere e di vincere l’opera dei malevoli e degli sconsigliati, e di porla con dolcezza e bontà, o di conoscere cose che altri non possono, e di respingere la falsità delle accuse a te rivolte. Ed ora che tu sai che queste cose dovranno avvenire nella quinta, nella sesta e nella settima generazione, che è l’ultima prova dell’umana gente sulla terra, noi tacciamo affinché il tuo Spirito osservi”.


Ed io nell’attesa, dopo che loro avevano taciuto, sentii un gran rumore che l’anima mia tremò di paura, e vidi quel che vi narro:


“Un gran buio si fece intorno a noi, e sotto e sopra di noi; e vidi gli uomini della terra, e donne e bambini tremare di paura perché la terra cominciava a tremare come foglia al vento ed il mare a bollire come l’acqua in pentola. Il grido di terrore giungeva nel cielo. Ogni creatura che, come fuori senno, fuggiva a cercare riparo non trovava forza ed equilibrio e giaceva inesorabilmente esposta alla fine. Tutti cercavano riparo nei monti, eppur non potevano avere tale speranza. Ed avvenne che il mare bolliva sempre più forte e la terra si staccava dalla terra e camminava nel mare simile a fuscelli spinti dal furioso vento. Ed io vidi che tutte le acque entravano sulla terra e moltitudine di essa rimaneva sott’acqua lasciando un grande vuoto; e poi nuovamente la rivedevo, e poi non la rivedevo più, e con essa ogni osa che in grembo portava. Templi, uomini, animali e grandi foreste e quanto altro c’era periva miseramente. Poi vidi spostare le montagne per tanta distanza che credevo fossero divenuti ramoscelli nell’acqua corrente di un fiume ingrossato. Erano montagne quelle, legate a tanta terra che come trasportate sul palmo della mano da un luogo venivano posate in un altro luogo. Altre montagne sorgevano dalla profondità dei mari ed altre sparivano per sempre. Il grande mare spinto e respinto saltava sulla erra e, come un giocoliere, tutto faceva sparire in un baleno. Ed io sentivo gemiti di acuta disperazione vagare nello spazio, e poi più nulla. Solo mare io vedevo e fuoco sprizzare dalle acque, e la terra ancora fuori dalle acque correre da un punto all’altro punto come impazzita. Un solo tratto di essa era rimasta fuori dalla catastrofe, e Né mare né fuoco la offendevano. Ed io senza poter capire cosa fosse mi rivolsi ai due Saggi dicendo: “Venerati Maestri dello Spirito mio, che cos’è mai quel che io vedo fuori dell’ira ed ancora alla luce del sole?” E loro a me dicendo come se già l’avessero detto, dissero: “Figliolo, quello è il luogo dei Padri della futura generazione e del loro seme Dio si servirà per seminare nuova vita e nuova generazione che sarà la sesta e la settima. Quella che tu vedi è la sola terra che sta alla luce del sole, ed è quello il luogo ove la fede nello Spirito rimase incontaminata e pura, se pur nel sole loro ebbero timore di Dio. Là giace il corpo tuo che fu vivo ed ora non lo è più, poiché l’anima tua è qui accanto a noi. E quel che tu hai visto non patirà sorte dell’ira scatenata, perché è vero che quello è il seme che il Padre ha voluto conservare per le altre generazioni future, sesta e settima””


Ed io ascoltavo quel che Loro dicevano, pur non togliendo gli occhi dello Spirito mio dal mondo sconvolto. E volendo ancora domandare per delucidazione, dissi io a Loro: Dolcissimi Maestri, perché mai ogni cosa perisce con tanta spietata sorte?
E loro a me dissero:


“Quel che Dio ha saputo sulla loro opera non trova giustificazione per la loro vita, perché chi offende con il peggior dei mali Dio, Egli diviene iroso e punisce. Egli ha voluto fermare l’opera mostruosa di quella generazione e seminar nuovo seme. Ed il seme avrà da germogliare e dare il fusto e dopo i rami e le foglie e poi ancora i frutti, e se questi ultimi saranno buoni per lo Spirito, l’albero vivrà felice, se poi dovessero diventare amari, i germi del male colpiranno l’albero ed esso comincerà a perdere la vita. Ma poiché l’umana gente non è mai contenta del bene che Dio Creatore dispone, avviene che sono loro stessi a misurare il tempo che l’albero deve vivere”.


Ora avvenne che Loro tacessero e puntassero il dito affinché io, distogliendomi dai ragionamenti, guardassi più attentamente là dove vi era terra ed ora vi era mare, e là dove vi era mare ora vi era terra. Il volto del mondo era molto cambiato, ed esso era nudo come quando l’uomo nasce. Né templi, né case, né alberi, né cose viventi il più vedevo; La desolazione io vedevo e pareva la sola cosa ad esistere nel mondo. Solo in quel luogo dove vi era rimasto il seme io vedevo vita ed anima, e là il sole splendeva e dava luce e calore alle cose che continuavano per volere di Dio. E passò tanto tempo e tanto tempo ancora, eppure io non sentii mai stanchezza di tenere gli occhi dello Spirito fissi là ove le acque, divenute come nero fumo, si muovevano ancora sulla terra per cercare l’uscita e pigliar posto diverso. E mentre io tali cose meditavo, Loro due, simili a me, non distolsero i loro sguardi né fecero alcun cenno di considerazione, eppure come me guardavano ciò che io guardavo. E passò ancora del tempo ed altro tempo ancora, tanto che io sentii il bisogno di domandare qualcosa per sentire risposta e menomare il silenzio che intorno si era fatto come ombra di tristezza e di dolore. E dissi a Loro, per muovere i lor pensieri dall’immobilità: “Or ditemi, Giudici Sapienti, se il domandar mio non è ardire, cosa mai avverrà dopo che le acque diverranno come erano solite essere, limpide come il cielo e la terra come panno al sole””.


E Lor rivolgendosi a me, poiché era lecito dare risposta alla domanda mia dissero:


“Avverrà, Figliolo, che la terra riprenderà vita, poiché il sole questo farà per volere del Padre Celeste. Inoltre si verificherà che gli occhi dello Spirito tuo vedranno rinascere sulla terra ogni cosa che a te sembrò esser morta per sempre; eppur non era così. E vedrai ancora che la terra metterà bei vestiti, simili a quelli che tu mettesti nei dì dell’Amore dello Spirito, ed ogni cosa, riprenderà vita e calore come nel principio quando il disegno di Dio divenne realtà”.


Ed io ascoltavo e pur altro desiavo conoscere, come un bimbo quando per comprendere e conoscere meglio le cose che gli occhi vedono, fa tante domande. Ed io così feci e domandai, e Loro, come Padri pazienti risposero alla seguente mia domanda:

 “Perché, io dico a Voi Padri Sapienti e Saggi, perché mai ricomincia la vita là dove l’ira dello Spirito Santo si è scatenata?”.


E Loro a me con pazienza piena d’Amore risposero:


“Figliolo benedetto, ogni cosa avviene per volere di Dio, Perché il Suo volere è giusto nel bene se nel bene si vive, nel male se nel male si cade. E quella generazione che nel male era caduta ha avuto punizione meritevole. Eppure, come gli occhi dello Spirito tuo vedono ancora, lo Spirito Santo ha lasciato seme perché rigeneri e poi rigeneri ancora sino a formare il nuovo albero che sarà il sesto”.


Ed il a sentir questo, subito domandai: “Vedrò io il lor cammino nel tempo da questo luogo? E vedrò il sesto albero crescere ed i lor frutti maturare?”.

“Noi diciamo di no, Figliolo, poiché quel tempo tu non vedrai, eppur saprai, perché molti di noi saranno sulla terra a dettar Legge, e come uomini, senza pensare né prevedere il disegno di Dio. Eppure adesso lo sappiamo e conosciamo ciò che avverrà in quel tempo, e conosciamo pure ciò che opererà lo Spirito Santo, il quale si degnerà di scendere ancora tra gli uomini per porre innanzi ai loro occhi i doni e la potenza del Suo regno. Allora noi saremo già uomini e con Lui opereremo, perché Egli così ha disposto che avvenga in quel tempo. Avremo tanto da edificare e tante opere rimarranno di noi sulla terra che tu apprenderai solo quando sarà giunta l’ora di apprendere. Inoltre diciamo a te, Figliolo, che quando avverrà quello che noi abbiamo già detto, sarà il tempo che il sesto albero della vita avrà assorbito amare esperienze, e che esso avrà abbandonato la fede nello Spirito. Altro non diciamo più, perché quando avverrà la tua rinascita nella settima generazione ed avrai compiuto più degli anni venti, il sole comincerà a porre nell’anima tua il calore dello Spirito, e le stelle pasceranno nel luogo dei pensieri forte volere ed orientamento. Altro non diciamo a te, diletto Figliolo, della sesta generazione. Eppure riteniamo ancora doverti dare delucidazione, su come si comporterà la settima, poiché tu in quella prenderai corpo con anima come uomo, così come era prima ancora di questo tempo, quando cibo, aria, acqua e calore erano necessari alla tua vita”.


Ed io attento a quel che dicevano e che ancora volevano dire, ascoltavo. E Loro continuavano dicendo:


“La settima generazione avrà la settima Legge di Dio, ed essa avrà pure i sette doni dello Spirito Santo, poiché la prova è l’ultima. Gli uomini saranno liberi di scegliere e modificare secondo i loro voleri, poiché è nel disegno dello Spirito Santo che gli uomini della settima generazione abbiano a giustificare la grandezza delle cose create da Dio sulla terra e nei cieli, ed abbiano invece a biasimare la loro opera di morte e di distruzione. Ora tu sappi infine, Figliolo, che si verificherà il tempo di una grande battaglia e prima ancora gravi turbamenti si scateneranno tra gli uomini. 

In quel tempo tu avrai compiuto gli anni trentatré, per cui noi abbiamo deciso, per volere del Sacro Collegio dei Sacri Spiriti di Dio, che è Suo stesso volere, di entrare nell’anima tua per fare previsioni e per farti ascoltare il nostro contenuto. Ed allor, quando avverrà il tempo che saremo in te, forti saranno i tuoi sentimenti e più forte sarà l’amore tuo verso lo Spirito Santo. E comincerai a parlare di cose che senti dentro di te per nostro consiglio, e forte sarai per sapienza, scienza, carità, pietà, intelligenza, ed infine sentirà più che mai il timore in Dio”.


Ed allora io ricordo in questo tempo ed in questa generazione, ora che ho raggiunto gli anni trentatré della settima prova dell’umana gente. E ciò che io vidi e narrato, ancora narrerò, poiché è vero che nell’anima mia comincio a sentire tanto calore come io ben ricordo che doveva avvenire in questo tempo.


Dentro di me sento chiare parole che vibrare fanno l’anima mia e che mi dicono:


“È questo il tempo, Figliolo del Cielo, è questo.

In te è lo Spirito Santo, opera perché il Suo Volere è giunto.

Benedetto, Benedetto tu sia in eterno”.


(Dal Libro “I Giganti del Cielo” di Orazio Valenti).




_. Può dirci chi era, come era Ermete Trismegisto?

- Ermete Trismegisto fu considerato tra gli antichi egipziani come il più Grande tra i Grandi, Maestro tra i Maestri.
Nella antica religione di Egitto, ugulamente che Osiride rappresenta il modello di Principe, Ermete rappresentava il modello di sacerdote.


-. Si ha dubitato dell’essistenza reale di Ermete Trismegisto. Si ha detto che era un mito. Cosa pensa lei di questo?

-Coloro che fecero sparire Ermete Trismegisto non hanno potuto cancellare completamente le sue opere. Ermete ebbe tempo sufficiente per mettere i suoi segreti e la sua saggezza entro ai posti più occolti del tempio dove lui operava l’Iniciazione dei Guidi dell’Umanità... Questi Segreti ancora non sono stati scoperte. E anche la conoscenza che gli umani hanno avuto delle loro opere mai fu riretto, ma mediatico.

-. Potrebbe lei precisare di più su queste immagini, questi ricordi?

- Il Santuario di Eleusi è stato distrutto, e la biblioteca di Alessandria, saccheggiata.
Non si hai mai chiesto perché?
Ermete Trismegisto, prima di essere ucciso, personalmente ha depositato i loro libri e oggetti sacri in luoghi in cui non potrebbero essere saccheggiati.
L'evidenze di questi fatti esistono, e un giorno presto vedranno la luce.

-. Quale fu la misione, la azione di Ermete Trismegisto?

- Lui fu depositario della Grande Iniciazione, dei Grandi Segreti della teologia, le scienze... Fu il fondatore del Grande Tempio dei Misteri nei albori di questa generazione.
Il Tre Volte Grande fu scelto come custode e guida della Nuova Era.

-. Lei fu anche della razza rosso sangue, secondo lei dice erano gli Azlantiti, e perciò gli egiziani custodiarono i Grandi Segreti nei albori dell’Era Adamica?

- È scritto nel Poimandres:
“Per la Misericordia di Dio, ho uscito di me steso. Mi sono rivestito di un corpo immortale; non sono già quello che era. Ho nato nell’Intelligenza”.

Tutto questo non se impara attraverso questo mezzo di questo elemento modellato, con il quale ci è permesso vedere, per questo non mi preoccupa più la mia primitiva forma composta nè mi importa che io sia stato rosso, tangibile, messurabile.
Sì, Ermete Trismegisto apparteneva alla razza rossa, e il ricordo di quell’epoca ancora mi porta nel mio interiore ondate di una enorme emozione.

-. Abbiamo fatto riferimento precedentemente al concetto ERA ADAMICA. 
Dai documenti trovati, possiamo dedurre che la storia di Adamo ed Eva è una storia che contiene un’altro Segreto diverso nel fondo. 
Qual’è?

- Adamo significa Luce, Spirito derivato di Dio, Amore manifestato di Dio.
Eva significa Ombra, la Madre, Amore di Adamo, il Corpo Astrale.
La somma di entrambi i due equivale alla congiunzione tra Spirito e Corpo Astrale.
Il Serpente è il simbolo dell’attrazione materiale che involve nel loro corpo-astrale l’Astrale di Eva e non condiziona lo Spirito di Adamo.
Attraverso il Corpo Astrale di Eva, lo Spirito di Adamo, realiza la prima materializzazione, semboleggiata dalla negatività emmessa e atraente del veicolo fisico “serpente” che ha aggiunto la materia calamitosa, la più idonea per rappresentare la atrazione materiale negativa e primordiale.
A causa di questa fusione tra Adamo-Luce-Spirito ed Eva-Ombra-Astrale dalla attrazione del Serpente-materia, si ottiene l’effetto Uomo.

“E fu il suo esilio, l’esilio dello Spirito e la sua codanna la condanna del Corpo Astrale avvolto nel spirale della forma terrena.
Alla fine del ciclo, Adamo tornerà ad essere Adonai.
La Somma di Adamo ed Eva finirà, e si sipareranno a poco a poco della materia; di questo modo percorreranno il cammino evolutivo per inserire in un Plasma più equilibrato e meno costrittivo, in un luogo di Luce Eterna e Vivificante”.

-. Se ho capito bene, la storia di Adamo ed Eva contengono il Segreto della nascita e il finale di una generazione. 
La nostra generazione, e per tanto, le altre diverse razze che ci sono sulla Terra, non hanno nulla da vedere con questo racconto?

- Così è, esattamente.

-. Se questo è come lei dice, l’uomo ha nato realmente sulla Terra, o fu portato dall'esterno  della Terra?

-     Li risponderò con le parole di Adoniesis, che appartengono a una comunicazione che ho ricevuto il 13 di settembre di 1966, alle ore 15:
La Verità è che gli Antenati, quelli primi abitanti del vostro pianeta, NON SONO NATI nella Terra.
Vi diciamo che hanno venuto, per un motivo particolare di forza maggiore, dagli spazi sterni.
A parte tutto, oggi tanti scientifici terrestri credono di conoscere tanto su questo argomento, ma in realtà sanno troppo poco o quasi niente.
Non avendo avuto origine l’uomo su questa Terra, non ha seguito il processo evolutivo che ancora tanti scienziati credono e si ostitano in affermare e fare credere”.

-. Quali furono le cause che obbligarono ai nostri antenati a arrivare e rimanere in questo pianeta?

- Esistono Leggi che sono assolutamente intrascurabili.
“L’Universo al quale voi appartenete e apparteniamo noi vive e si sviluppa attraverso di varie e diverse dimensioni.
Anzi sul vostro pianeta, tali dimensioni si avvicinano, e la vostra mancanza di conoscenza produce cause che costituiscono la matrice di tutti gli effetti che edificano e modificano le diverse strutture psico-fisiche..
Come adesso succede con le splosioni nucleari, l’essere terrestre crede di avere il diritto di tentare quelle Leggi che non li è permesso violentare a nessún tipo d’Intelligenza”.

-. A quale legge si riferisce lei?

- Mi riferisco a quella Legge che Governa e tutela le strutture e la vitalità del Corpo Cosmico e che forma parte intima del principale Complesso Creativo che identifica con la figura del Padre Creatore.
Questa Legge si tentò di violare nel passato da un Principe incontrollato degli spazi cosmici.
E la Legge ha dato un severo avviso a chi tentarono di dissacrarla.
In verità questa è stata la causa principale che ha obbligato ai nostri antenati a emigrare di altri mondi e mettersi al riparo, cercando la salvezza, nel pianeta Terra.

-. Come era in quel tempo il pianeta Terra?

-     Il nostro pianeta, troppo giovane in quel tempo, li ha dato troppe poche facilità di soppravivenza, data la violenza degli elementi ancora in proceso di insediamento.
I nostri Antenati sono stati in grado di attraversare lo spazio, grazie alle loro conoscenze e alle loro mezzi tecnici.

Le enormi astronavi dello spazio furono e si stabilirono nelle pianure verdi della Terra, in attesa di una soluzione migliore. Migliaia di piccole cosmonavi sono scese in piccoli gruppi su diverse parti del pianeta. I loro Teste di Guida erano quattro, e ciascuno rappresentava la Volontà Collettiva delle Anime delle quattro razze.
Altre navi sono stati diretti ad altri pianeti del sistema solare.
La Terra soffrì terribili tremori ed la Cataclisma fece vibrare l'intero pianeta, causando il disastro completo dei mezzi a e la morte degli abitanti.
I sopravvissuti fuggirono dalla terribile cataclisma come matti. Pochissime navi riuscirono a decollare e allontanarsi dalla superfizie terrestre. Di quelli che sono rimasti e sono sopravvissuti, che erano i nostri antenati, derivano gli attuali abitanti.

-.  Come hanno fatto a sopravvivere?

Hanno subito una metamorfosi lenta di tutte le originarie Caratteristiche psico-fisiche nel corso del tempo.
La materia edificò un Piano dimensionale d’adattamento all'ambiente con la formazione di una struttura steriore valida per assicurare la permanenza degli organi originali.

Millenni e millenni fa, i nostri antenati avevano ancora il potere e la capacità di comunicare attraverso vaste distanze grazie al Potere Telepatico.

Riuscirono a mantenere lungo tempo la Cognizione profonda della Conoscenza, ma la nuova dimensione gli assaltava inesorabilmente.
Il tempo delimitò definitvamente la sua personalità, e l'uomo ha dovuto subire la dura sperienza della materia, esperienza ancora oggi insuperata.






-. Si sono sviluppati ugalmente i nostri antenati che quelli che si rifugiarono in altri pianeti e che provenivano del medessimo Lucifero o Tir, prima della sua disintegrazione?

- Non tutti si sono sviluppati uguali.
Coloro che hanno preso rifugio sulla Terra hanno avuto il processo più difficile.
La ragione principale di questo ritardo è la costante instabilità del pianeta.
I disastri successivamente accadero, ed altri posteriormente hanno portato verso gli origini, i notevoli progressi compiuti in un tempo lungo e con grandi sforzi.
Su altri pianeti questo fu completamente diverso, e l'evoluzione, anche se sottomessa ad altri eventi, si portò a termino di forma più facile.

-. Quanto tempo durò l’intercomunicazione tra le razze?

- È durata lungo tempo. 
Ma il lento e progressivo allontanamento della Capacità Percettiva e Comunicativa Extrasensoriale finalmente le isolò. 
L’intervento violento e continuo delle fortissime emozioni provocate per mutazioni del geoide, infine stabilì un Nuovo Complesso Pisichico e un Regime Emotivo brutale e diverso.

-. In quale razza è durato di più la reminiscenza del proprio origine?

- Nella razza Gialla.
Inizialmente aveva delle reminiscenze vivaci degli elementi istintivi organizatori dell’Anima Collettiva che caratterizò gli Originari Valori Attivi.

-. Quale fu la razza che ha ottenuto recoperarsi  prima e raggiungere alla completa conoscenza di questo e di altri Segreti dimenticati?

-Fu la razza rosso sangue.
Precisamente la Razza Rossa rappresentava il Ceppo originario che esprime questa particolare attività di reminiscenza Spirituale.

I Primi Padri sapevano già la natura della Forza Creativa in tutti gli aspetti dimensionali, così come la conosciamo oggi.
Questa verità è stata tramessa dalla Forza Mentale a quelli nati dell'Anima Collettiva.

-. Cosa intendevano loro per Dio?

- Per loro era l’Essere che tutto compenetra, l’Anima Eterna di tutto.
Sapevano che senza Lui nessuna cosa esistirebbe nel tempo.
Per loro, Dio era la Causa Eterna di tutte le manifestazioni in tutte le dimensioni.

-. Lei ha parlato della costante intervenzione degli Esseri dello Spazio per guidare l’evoluzione dell’uomo di questo pianeta. Da quanto tempo in dietro se esegue questo tipo di tutela?

- Questa guida è eseguita dai albori.
Ancora oggi, più che mai, è attiva e costante.

-. Chi la portavano e chi la portano avanti?

- E portata avanti dai Maestri Cosmici di differenti provenienze e dimensioni.

-. Si può pensare che questi Guidi o Maestri sono gli Angeli di cui si parla spesso nella Bibbia?

- Esatto. Così è.

-. Quale grado occupano nel Cosmo y Maestri Cosmici?

- I Maestri Cosmici sono i Coordinatori del Regno dell’Intelligenza Divina.
Il loro grado è: DUE PARTI DI ASTRALE E DUE DI SPIRITO.

-. Lei è in contatto con qualche Maestro Cosmico?  
Ha visto qualcuno di loro?

- Sì. Sono in contatto con Adoniesis, un Maestro Cosmico della Quinta Dimensione, coordinatore planetario sulla quarta dimensione. 
È un Genio Solare.

-. Cosa di deve intendere per Quinta Dimension?

"La Quinta Dimensione" è  l’Esistenza Dinamica-Astrale. Logos Manifestativo della deità. Dimensione dell'Intelligenza Creativa.
"La Quinta Dimensione" è  Logos Cristico, emanazione della Suprema Volontà dell'Archetipo Cosmico: "Alfa-Omega". Potenze Coordinatrici del Manifestato, scaturente dall'Idea Divina del principio di ogni cosa, potenzialmente esistente”.


Adoniesis si è autodefinito così in uno dei suoi messaggi:
LA MIA PATRIA È IL COSMO. LA MIA DIMORA IL SOLE: DA QUI VENGO E QUESTO SONO”.

-. Il Sole fu l’astro intorno al quale orbitano culture cui vestigi perdurano fino ad oggi: la maya, aztechi ed egipziani. Quale è la loro definizione, come è la loro concezione del Sole?

- Il Sole è Fonte di Energia Psichica Creativa.
È questa energia che permette realizzarsi gli terrestri, l’energia che fa possibile la maggior parte delle cose che l’uomo ritiene miracoli.
Il Sole di questo Sistema Planetario, a parte di essere Logos della Divina Intelligenza, è il contenitore ed elaboratore delle idee manifestate e manifestanti.
In Lui se informano gli elementi idonei per strumentalizzare il corpo e farlo funzionare sui diversi piani energetici-fisici.
Gli antichi abitanti della Terra avevano una perfetta conoscenza dell’Arte Saggio ed Eterno del Sole.
Erano pienamente coscienti della sua natura vivente e sapevano anche che in lui risiedono tutti i Corpi Pensanti di Dio.
Conoscevano da remotissimo tempo l’Immutabile ed Eterna Legge che governa l’Attività Creatrice del Sole sparsa nell’Universo.
La sua devozione verso questa Legge fu incondicionale, perchè erano pienamente coscienti che di questa Legge risultava la Pura spressione di COLUI che ha la INTELLIGENZA PRIMA e la FORZA DEL DEVENIRE.   

-.È conosciuta in questo senso quest’energia dai scientifici attuali?

- L’Energia Psichizante che il Sole secerne è perfettamente conosciuta da certi scientifici terrestri.
Alcuni hanno individuato i Corposcoli-Veicoli, e anche conoscono la particolare struttura y la natura contenuta e trasportata.
È proprio questa Energia precisamente quella che possiede la capacità d’informare la materia cosmica con i Valori Strutturali Genetici.
La lavoriosa attività di questa Energía Solare produce los quanta-Sens, che sono valori materiali psichizati sui diversi piani dimensionali conosciuti e sconosciuto dalla vostra scienza.
Questi quanta-sens, istruiscono e determinano anche i quanta-memor, Corpi Pensanti, o meglio, immagini dei valori sperimentali ed idonei per essere riassorbiti dall’Accumulatore-memoria (Sole).

-. Ritorniamo verso Egitto. Abbiamo incontrato in diversi racconti sue riferimenti al sistema di navigazione degli atlantiti. 
Le loro navi, potevano essere identificate in quelli che sono chiamate, navicelle “Rha”?

- Efettivamente. Questo tipo di navicelle erano usate nella Azlantida. Erano un tipo di navicelle molto prattico per potere passare di una isola ad un’altra. Quete navi potevano essere trasportati comodamente per terra e usarla nuovamente per passare di una isola alla seguente.
Dello stile “Rha” era quello usato abitualmente per comunicarsi tra le isole che si formarono nelle coste occidentali dell’Africa e le coste orientali dell’America.
In quelli tempi, la cultura atlante si ha stesa fino Egitto, e questi navicelle furono abituali tanti milenni dopo lì.
Anzi oggi possono essere trovate navicelle come queste, usate dai indiani nel lago Titicaca.

-. Trovarà l’uomo contemporaneo delle prove scientifiche de queste affermazioni sue?

- La Azlantida, Mu, Lemuria hanno esistito nel passato.
Un giorno, sempre più vicino, avremo gli elementi e le prove storiche di quelle generazioni, prove conservate gelosamente in segreto per il tempo futuro.

-. Una ultima domanda: Di cosa, pensa lei, siano fatte le piramidi?  
Come furono costruite? 
Con quele scopo?

- I grandi piramidi, quelle originarie, furono Tempi di Saggezza, dove si insegnavano le Conoscenze ei Concetti che servirono di Guida a questa generazione.
Non furono costruite per mezzo di grande masse di schiavi, ma per la intervenzione di Grandi Mezzi provenienti dello sviluppo atlante.
Per la sua edificazione si ebbe l’aiuto sterno.
Le pietre si potevano muovere facilmente, perchè la zona si adattò limitando la forza della gravità. 
I grandissimi blocchi di pietra non furono spostati dalle masse di schiavi, ma che furono fabbricati nel posto medessi dove furono utilizzati per mezzo di un processo di cristallizzazione della sabbia.

La esistenza e il disegno del Nilo appartengono alla stessa epoca.

Eugenio Siragusa.
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