ERMETE TRISMEGISTO-. EGITTO-.
I prinzipi della Verità sono sette:
2. Principio di corrispondenza: "come in alto così in basso".
3. Principio di vibrazione: “niente è fermo, tutto è in movimento e in vibrazione”.
4. Principio di polarità: “tutto è duale, tutto ha due poli, ogni cosa ha il suo opposto”.
5. Principio di ritmo: in ogni cosa c'è un movimento simile a quello di un pendolo.
6. Principio di causa ed effetto: “c'è una causa per ogni effetto e un effetto per ogni causa”.
7. Principio di genere: ogni cosa ha un genere, maschile o femminile .
Chi capirá questo perfettamente, possiede la Chiave Magica infronte alla quale le porte del tempio si apriranno spalancate.
È consigliabile leggere L'AQUILA D'ORO
Io ero cresciuto e ben comprendevo
tutte le cose che qui vi racconto. Un dì avvenne che io guardassi un uomo
vecchio e barbuto che, orando alle turbe in moltitudine riunite intorno a lui,
diceva:
“Così fu, così è e così sarà fino
alla settima generazione; e questa è la quinta delle sette”.
Così diceva lui che io guardavo con
occhi attenti e con mente sveglia. Ed egli disse ancora:
“Passerà del tempo, e passerà
infelice sino a quando l’Uomo Eterno verrà dai cieli, come avvenne prima che
nascessero i Padri per giudicare le colpe da loro commesse. Ciò che avvenne
allora, ancora dovrà avvenire per due volte ancora su questa terra; l’ultima
sarà la settima volta”.
Ed egli diceva ancora:
“Sette volte ogni uomo verrà sulla
terra ed egli non ricorderà mai di essere nato prima e di essere rinato dopo; e
questo per sette volte”.
Ed egli così parlava, mentre l’animo
mio ardeva di verità e di profonda ammirazione. Ed Egli così ancora diceva alle
turbe:
“Sette sono ora le generazioni che
dureranno e pur dovranno finire su questa terra; e voi siete la quinta
generazione. Sette sono le Scritture dei Cieli ed ogni generazione ne ha una
per volere di Dio. Questa vostra è la quinta, e pur dovrà finire. La settima
sarà l’ultima prova, poi avverrà il Giudizio finale”.
Così Egli parlava a coloro che
avevano perduto la pace dell’anima. E disse ancora:
“Voi siete la quinta, ed il seme
della sesta nascerà dalla vostra fine. Così è segnato nel gran Libro dei Cieli.
Ed allora avverrà che l’Uomo Eterno, Dio, verrà sulla terra come sole
splendente del cielo per mostrare a voi la Gloria Sua e la Potenza del Suo
Regno, che è Regno dello Spirito Eterno. Molti di voi, divenuti forza del male,
proveranno terrore e pur non modificheranno, né ritorneranno indietro dai loro
propositi, né si ravvederanno i nascituri, poiché la malefica arte dei padri rimarrà
pure nel seme. Pochi, in verità saranno coloro che ritorneranno ai voleri dello
Spirito; ed essi soltanto si salveranno nell’anima e nel corpo. Essi saranno
guidati là, verso Oriente, ove la terra rimarrà fuori dalla furia delle acque e
immune dai disastri, ed essi ancora procederanno verso la retta via, innalzando
tabernacoli e templi alla Gloria ed alla Potenza di Dio”.
Ed io ascoltavo con cuore aperto ciò
che Egli diceva alle turbe irrequiete e minacciose.
Avvenne che Egli non fu creduto,
come uomo simile agli altri; ed incapaci di avvertire nel loro cuore la forza
della pietà essi sentenziarono in segreto ciò che dovevano operare a Colui che
aveva predetto tale fatale destino a causa dei loro peccati, per volere di Dio,
predicando senza timore alcuno. Le turbe animate da malvagi propositi e
sconsigliate, lo presero dal luogo ove Egli stava e lo trassero in disparte con
viva forza. Il cuor mio ardeva d’amore per lui, ed io ero pur giovane, eppure
amavo le sagge parole che Egli aveva con tanto senso detto. Ed avvenne che lo
portarono in un campo ove i fiori erano aperti al sole caldo e splendente, e là
iniziarono a praticare ciò che nel segreto avevano sentenziato. Egli non provò
impazienza, né la saggezza dell’anima e del cuore si smosse, che non fece alcun
segno di rivolta; né i suoi occhi, simili alle stelle, si dilatarono per paura.
Anzi volle aggiungere a quel che aveva detto alcune parole ancora, e disse:
“Verrà il tempo che io siederò tra i
sette Giudice del Cielo, con il Volere di Dio, e là leggerò punto per punto le
colpe vostre e tal sarà il giudizio: che la vostra radice rimarrà sulla terra e
quel che avete pensato di praticare sul mio corpo verrà praticato a coloro che
dalla vostra radice verranno al mondo sino al tempo che Dio vorrà, con egual
forza e misura. Ravvedetevi, dunque; poiché ancora è tempo”.
Ma le turbe inferocite e
sconsigliate non vollero frenare il malvagio istinto del male. E quel che io
vidi, dopo che Egli terminò di parlare, fu tanto crudele che gli occhi miei
divennero come pietre nel mare. Vidi uomini cercare nel cervello del Saggio
colui che tanto cattivo parlava in vece sua. E cercarono, cercarono senza
trovare ciò che loro avevano pensato vi fosse. Ed il Saggio Uomo, pur senza ciò
che l’uomo deve avere per forza, rimase così come prima era, anzi più vivo di
coloro che gli stavano intorno ad operare delitto. Tanto che a vederlo, coloro
che per primi avevano operato, divennero irriconoscibili, poiché non parlavano
come era comune parlare, ma bensì come parlano gli insensati e privi di
coscienza; ed i loro occhi roteavano da un punto all’altro veloci come il vento.
Avvenne che il Saggio Uomo, pur
rimanendo com’era, disse ancora:
“Avete visto ciò che ai mortali non
è dato vedere in vita e nel futuro del tempo. Tal cosa opererà Dio in voi ed in
quelli che germoglieranno dalla radice vostra. Eppur non saprete mai, né
conoscerete, poiché Dio così vorrà che sia”.
E dopo aver detto questo, così
com’era, s’incamminò come un uomo che ha tutto ciò che la Madre dà alla propria
creatura. Eppur non era così; ché il cervello Egli non aveva.
A tal vista avvenne un turbamento in
tutti coloro che osservavano tal strana bravura del Saggio Uomo. Anch'io come
loro, mi turbai; ma io ero già prima, poiché nell’anima mia sentivo bruciare di
verità le sue parole.
Ed avvenne che io solo lo seguissi.
Ed altri, ancor terrorizzati, si stavano in disparte, facendo cammino inverso.
Eppur, quando Egli mi vide, non si arrestò, anzi con amorevole cura si fermò e
disse:
“Vieni, piccolo mio, poiché in te è
ciò che è in me”.
A questo suo dire, gli occhi, il
cuore e l’anima mia provarono un grande calore e tutto il mio corpo ardeva come
fuoco. Ed Egli, ancor più vicino a me, disse.
“Non provare sdegno di ciò che hai
visto, poiché quel che tu senti nell’anima tua Dio ha già sentito molto tempo
prima; ed Egli darà il medesimo dolore”.
Ed io ancor tremante di pietà,
domandai: Chi sei tu che nell’animo mio fai tanto vuoto di dolore e di
tristezza? Ed Egli così rispose:
“Io sono Messo di Dio e per Sua
Volontà sono venuto sulla terra. Io non ho nome e non sono come tu sei; eppure
tu, piccolo mio, possiedi quel che io posseggo per Volere dello Spirito Santo.
Quel che tu senti nella tua fragile e pur grande coscienza è Colui che regna
eternamente nei Cieli, là dove gli occhi tuoi non potranno vedere”.
Ed Egli, così come un padre
ammaestra i figli, continuava:
“Vi è un luogo in cui la notte è
giorno ed il giorno splendore; e un tempo non lontano tu ci verrai, e là vedrai
Colui che i tuoi occhi vedono”.
E continuando diceva ancora con
amorevole fiato:
“Quel giorno gli Angeli canteranno
tutti in coro, e tu verrai per la via che a me ti conduce, ove resterò nei
secoli dei secoli, sino al giudizio della fine. Tu, piccolo mio, un giorno
lascerai qui sulla terra il tuo corpo, eppur tu vivrai in diversa forma che né
corpo né aria ti sarà utile; e solo quando avrai visto ciò che il futuro
conserva alla settima generazione, solo dopo, per concessione dei Sette Spiriti
di Dio, e per Suo consenso, rivedrai nuovamente il mondo con volto diverso di
come or tu lo vedi”.
Dopo aver detto ciò, il Saggio Uomo
aggiunse:
“Ora ti lascerò e tanto tempo
passerà prima che tu possa risentire il calore di tale verità nell’anima tua;
però ti dico ancora: in quel tempo, quando tu sarai ritornato tra gli uomini
della settima generazione e quando avrai compiuto gli anni trentatré, io sarò
nell’anima tua e nei tuoi pensieri, e di ciò ti darò prova d’esser venuto,
poiché a te vorrò parlare di tante cose. Ed or è opportuno che tu sappia ancor
ciò che dovrà avvenire in breve tempo, affinché tu sappia il cammino giusto e
consigliato.
Avverrà che il sole diverrà più
volte grande e molto più splendente di come tu ora lo vedi. Ciò non abbia a
turbare l’anima tua poiché nessuna cosa arderà di ardente fuoco. Quando ciò
sarà osservato, tu muoverai cammino verso oriente e passo per passo l’anima tua
sarà consigliata per i lunghi sentieri verdi che nel tempo dovrai percorrere.
Il cammino sarà tanto lungo e faticoso, ma ciò non sarà turbamento né per il
corpo né per l’anima, tua poiché sarai guidato e consigliato. Avverrà che alla
fine del lungo cammino incontrerai coloro che sulla fronte portano il sole,
simile a quello che tu vedi nel cielo; e là ti fermerai. Là passerai il
rimanente tempo della tua vita; finirai i giorni senza patire dolori nel corpo
tuo, né esso rimarrà scoperto, né mano umana lo toccherà sino alla fine. E
allora, quando questo avverrà che tu lascerai il corpo, da uomo, e verrai nel
Regno dei Cieli, da quel regno io farò vedere a te ciò che accadrà sulla terra
per colpa della quinta generazione”.
Dopo aver terminato il suo dire, io mi
sentii avvolto in un profondo sonno e piegando la mia testa sulle sue ginocchia
mi addormentai silenziosamente.
Il mattino che venne, non appena i
miei occhi si aprirono, vidi là, al posto delle ginocchia del Saggio,
un’abbondanza di vari fiori profumati ed ancor vivi di tanta vita. Egli non era
più, né nei dintorni i miei occhi lo videro. Cercai con affanno e con speranza
e per molto tempo peregrinai pur di trovarlo; ma, ahimé! Vane furono le mie
ricerche. Egli non era come ero io, né sulla terra, perché avvenne che l’anima
mia, dentro di me, parlasse dicendo:
“Non faticar oltre con tanto amore,
poiché inutilmente tu cercherai Colui che brami riveder com’era. Io non sono
più come tu sei, poiché il Padre mi ha chiamato a Sé e pur son dentro di te
affinché l’anima tua parli e dica ciò che io voglio dire”.
E quello che io sentivo dentro di me
mi rallegrava il cuore, e gli occhi miei davano Luce di beatitudine come io non
ebbi mai. Eppure Egli non era più, ed io con veemenza bramavo che Egli fosse
così come gli occhi miei lo avevan visto.
Passò molto tempo, e dentro di me
albergava la voce del Saggio e mi seguiva ovunque io andassi. Gli anni miei
avevano raggiunto il numero di venticinque ed il sole era nel segno della
Sapienza che è il segno dello Spirito e pur segno della generazione quinta, in
cui vidi gli anni della mia vita crescere come pianta di prato. In quel tempo
accadde ciò che nel mio cuore stava inciso. E vidi il sole farsi tanto vicino
alla terra come minaccia mortale. La urbe, i Re ed i sacerdoti ebbero infinito
spavento, e tutti urlavano come esseri senza senno: andavano come il vento
impazzito a cercare rifugio nel ventre dei monti. E gridavano con tanto
frastuono che a me pareva che le acque dei mari camminassero di corsa sulla
terra.
Gli occhi miei non si mossero dallo
splendido sole divenuto dieci volte più grande di quanto egli è solito essere;
né sgomento sentì la mia anima, né io mi mossi dal luogo ove rimasi immobile,
avvinto da tanto splendore. Ed avvenne che, mentre gli occhi miei fissavano
tanta meraviglia, la Verba che in me si faceva parola diceva:
“È ora che tu muova cammino verso
oriente, poiché ciò che doveva avvenire avverrà presto per opera e per volere
di Dio”.
A quel detto io non rimasi a lungo
in meditazione, perché sapevo che “EGLI” era a parlare dentro di me. Ed avvenne
che, mentre io muovevo cammino verso oriente, vidi il sole girare come gira una
ruota di carro nella terra secca e senza porre in atto alcuna minaccia, ritornò
nuovamente come prima era, dieci volte più piccolo.
Le turbe, i Re ed i Sacerdoti, ancor
terrorizzati, non uscivano dal ventre dei monti, poiché nel loro pensiero
sostava la paura che il sole ritornasse ancora più grande e più minaccioso di
prima.
Nel mio pensiero spuntò, come
l’alba, il disegno del cammino che dovevo iniziare, poiché io sapevo nel cuor
mio di doverlo intraprendere. E così avvenne che il mio corpo iniziò la sua
fatica, che dire il tempo mi pare ancor più difficile. Dopo tanti giorni di
cammino raggiunsi una grande foresta, e là posi il mio corpo a riposo ed i miei
occhi al sonno.
Vidi il Saggio Uomo curare le
piaghe che s’erano formate nel corpo mio con amorosa cura e vidi ancora che
Egli pose sulle mie asciutte labbra olio odoroso dicendomi:
“Diletto figliolo, questo è
Amore dello Spirito; alzati poiché l’ora è vicina e di tal grande foresta nulla
rimarrà se non cenere e nessuna cosa prenderà più vita”.
Così io feci e con più forza che
prima non avevo cominciai a muovere cammino aprendo sentiero al passo mio.
Passò ancora tanto tempo prima che
io scorgessi un uomo prima e molti altri dopo venirmi incontro come se io
avessi la corona del loro regno. Eppure ebbi gran spavento prima che la Verba
dicesse:
“Guarda la loro fronte e
tranquillizzati poiché essi sono coloro che Dio risparmierà dalla dura sorte,
essendo loro il seme della sesta generazione; ed essi ti ameranno, poiché tu
rafforzerai nei loro cuori la verità dello Spirito che è regno di Dio”.
Ed io, quando ebbi vicino quelle
creature, osservai attentamente le loro fronti e vidi il segno dei sole, così
come era quando lo vidi dieci volte più grande. E prima che io dicessi a loro
ciò che nella mia mente nasceva, loro dissero a me: “Sappiamo quello
che tu porti nel tempio della Sapienza e sappiamo pure quanta forza c’è
nell’anima tua per volere di Dio. Vieni, accostati a noi e rallegra di più
consapevolezza spirituale le nostre coscienze”.
Ed io che ascoltavo il loro parlare
pensando altrove, e pur apprendendo ciò che loro dicevano, dissi a loro: “Portatemi
là dove il tempio eretto dalla Gloria dello Spirito ben conserva le vostre
anime sagge e sapienti, perché è vero che là verrò ad albergare sino al giorno
che Dio vorrà”.
E così avvenne che io entrassi nel
tempio e adorassi la Gloria dello Spirito Santo ed insegnassi il benigno volere
della Sua Sapienza al popolo di quei luoghi.
Avvenne che gli anni miei
raggiunsero il numero quarantanove ed in quel tempo la Verba parlasse, dicendo:
“Figliolo, preparati a lasciare il
corpo tuo poiché, come tu sai, l’ora del tuo trapasso è giunta, e come io dissi
a te un giorno verrai nel Regno dei Cieli per vedere ciò
che accadrà sulla
terra per le colpe della quinta generazione degli uomini. Preparati, figliolo,
poiché nel sonno tu lascerai la vita terrena ed il tuo corpo verrà ben
conservato come io ti dissi un tempo e come Dio ha disposto che sia”.
Ed io, lieto per quel che sentivo,
provai tal gioia che il sonno mi colse con dolcezza infinita. Eppur non dormii,
poiché mi vidi in un luogo che umana gente non ha mai visto né costruito con
parole, tanto bello era quel luogo che io credevo ancora di dormire e di
sognare, eppure non era così.
Io là vidi dolcezza, amore, pietà,
bontà, carità, saggezza e sapienza e tant’altra bellezza dello Spirito e del
regno dei Cieli. Io vidi ancora tutte queste virtù anche negli uomini, perché
tale forma essi avevano, simile come io ero e pur non erano più e nemmeno io.
Vi era tanta bellezza che lo Spirito mio si rallegrava come esprimere non so.
Ogni attimo di ora, ogni ora del giorno era avvolto di dolce beatitudine e
pieno di tanto amore, che altri, come io tale allegrezza dimostravo,
avvicinandosi a me senza che io vedessi il loro camminare dicevano in coro:
“Gloria allo Spirito nella vita
eterna. Gloria, Gloria, Gloria!”
Ed io come loro con la Verba del
silenzio senza cercare aria a ciò che più non avevo, dicevo:
“Gloria, Gloria a Dio amabile Padre
di tutte le virtù. Gloria, Gloria, Gloria!”
E tanta musica io sentivo che
orecchio umano non poteva aver mai sentito. Ogni cosa di cui non so misurare la
bellezza aveva la luce splendente intorno a me, sembrò di contare mille e mille
soli e mille e mille stelle. E la notte io non vidi mai poiché la luce rimase
sempre splendida come io la trovai.
Ora, mentre io tanta dolcezza
assorbivo con la luce dello Spirito, avvenne che si aprisse nello spazio, come
un incanto, una grande parete di coloro oro vivo, ornata di fiori di mille
colori e che raggi di sette colori uscissero prima che uomini , tale forma essi
avevano, con lunghi capelli come lucente argento volassero d’intorno come
uccelli in festa, annunciando con verba penetrante e forte di musicale armonia,
i Sette Spiriti di Dio. E questi annunciatori erano di al bellezza che gli
occhi del mio Spirito non osavano alzarsi dalla meraviglia.
Subito dopo avvenne che raggi come
oro, tale era il colore, formarono un grandissimo tempio, tanto grande da poter
contenere tutte le generazioni della terra, e nel centro di esso, stavano
seduti i Sette Saggi in bianco lucente. Io vidi i lor capelli come neve al sole
e soffice come leggerissime piume, lunghi e riposanti sulle formose spalle.
Sulla loro fronte brillava una lucente stella simile a quella che io vedevo
sulla terra, quando io ero così come oggi non sono, e la loro verba piena di
celestiale dolcezza, come musica, raggiungeva tutti senza che loro gridassero.
A tale vista mi sentii turbato, e pur era vero, poiché la sua voce giungeva a
me che ero l’ultimo arrivato, e tanto lontano. Ed avvenne che uno di loro si
alzò ed indicando come voler chiamare qualcosa, disse:
“Venga colui che
dall’oriente della terra venne qui in cielo per volere di Dio”.
Ed avvenne che alzai la fronte e con
mia grande gioia gli occhi, che pur non avevo, si posarono sul volto di colui
che come uomo venne sulla terra a dettar Legge Divina ed a far previsioni di
Sapienza Celeste. Quanta gioia provò lo Spirito mio non posso ancor dirlo! Ma
ben iodico, e questa è Verità, che Egli era il Saggio Uomo che io ancora
ricordo. Ed avvenne che io non potessi trattenere di dimostrare la mia gioia e
di dire: Il cuore mio è sempre stato con te sulla terra così come lo Spirito
mio è con te nel Regno dei Cieli. Ed Egli, come un Padre parla al figlio
rispose:
“La Grazia del Padre Eterno è in te,
Figliolo, come lo era” allora quando tu pietà sentisti per cui io dissi a te
che saresti venuto nel Regno di Dio per vedere le cose che sulla terra
succederanno”.
Ed ancor disse:
“Io conosco la fede tua nello
Spirito, e tutto il Collegio conosce l’opera tua sulla terra nell’era della
Sapienza, per cui Dio, il Re del Cielo e della terra ha voluto accogliere, con
compiacimento, il nostro dire sul tuo conto; ed Egli ancora propose ciò che qui
avviene e che dovrà avvenire nel tempo che tu, Figliolo, diverrai ancora
padrone del corpo e vivrai come uomo sulla terra della settima generazione”.
Ed io, come figlio ubbidiente e
saggio che segue nell’insegnamento e nel volere il proprio Padre, stavo attento
ed ascoltavo con sentimento il Suo dire ed il Suo proporre per cui rimanevo
fermo nei Suoi disegni. Ed avvenne ancora che si alzò dal luogo ove stava e con
lui un altro dei Sette, e senza muovere piede, mi vennero incontro, e
prendendomi per mano sia l’Uno che l’Altro, mi portarono via dal luogo ove io
stavo per raggiungere un grande monte. Là, con grande mia meraviglia, appresi
dalle sue dimostrazioni che cosa volevano dire gli agnelli che io vedevo sparsi
un po’ dovunque tutti morti, alcuni come annegati, altri come bruciati.
Era uno spaventoso vedere dei miei
occhi, che non erano come quelli che ha l’uomo sulla terra. E loro due, che a
dimostrare, volevano quel che io vedevo sul monte, mi dissero:
“Figliolo, adesso da questo monte tu
vedrai cose che poi, per volere di Dio, avverranno nella quinta generazione,
nella sesta e nella settima. In quest’ultima, che è la settima, tu sarai rinato
sulla terra, e sino a che non avrai raggiunto gli anni trentatré, non
ricorderai nulla. Quando avrai compiuto gli anni trentatré noi verremo ad
albergare nell’animo tuo ed apriremo il segreto e scioglieremo ciò che prima
stava legato. E tu allora ricorderai quello che eri prima, e nella tua mente si
verificherà il ritorno delle cose vissute nell’Era della Sapienza e di ciò che
hai visto in questo luogo. Ciò ti verrà facile ricordarlo, e tu farai questo:
che scriverai ciò che senti senza sentire fatica nella tua mente e senza
sentire stanchezza alcuna nel tuo corpo. Inoltre avverrà che un numero terrà
sempre la tua Coscienza sveglia e forte, e questo sarà il numero “Sette”. Ed
ancor diciamo: che il cuore tuo non avrà pace finché tu non avrai compiuto
l’opera che è nel disegno di Dio per la settima generazione. Inoltre tu devi
sapere bene che molti ti saranno ostili e molti sorrideranno dell’opera tua, e
ciò non deve rattristare l’anima tua, perché è vero che chi di te sorride si
pentirà di averlo fatto. Vi saranno anime sincere che crederanno in te, e
quelle si salveranno nel corpo e nell’anima e si purificheranno e
purgheranno i loro peccati commessi. Poi né madre, né padre, né sposa, né figli
e né amici ti crederanno, anzi cercheranno di faticare affinché il velo dello
scoraggiamento scenda sul tuo volere. Ma noi veglieremo su te e sull’anima tua
poseremo i sette doni dello Spirito Santo, e tu sarai sapiente, intelligente,
consigliato, forte nella scienza e nella pietà; ed infine sentirai il timore di
Dio. Così tu sarai ed avrai forza di combattere e di vincere l’opera dei
malevoli e degli sconsigliati, e di porla con dolcezza e bontà, o di conoscere
cose che altri non possono, e di respingere la falsità delle accuse a te
rivolte. Ed ora che tu sai che queste cose dovranno avvenire nella quinta,
nella sesta e nella settima generazione, che è l’ultima prova dell’umana gente
sulla terra, noi tacciamo affinché il tuo Spirito osservi”.
Ed io nell’attesa, dopo che loro
avevano taciuto, sentii un gran rumore che l’anima mia tremò di paura, e vidi
quel che vi narro:
“Un gran buio si fece intorno a noi,
e sotto e sopra di noi; e vidi gli uomini della terra, e donne e bambini
tremare di paura perché la terra cominciava a tremare come foglia al vento ed
il mare a bollire come l’acqua in pentola. Il grido di terrore giungeva nel cielo.
Ogni creatura che, come fuori senno, fuggiva a cercare riparo non trovava forza
ed equilibrio e giaceva inesorabilmente esposta alla fine. Tutti cercavano
riparo nei monti, eppur non potevano avere tale speranza. Ed avvenne che il
mare bolliva sempre più forte e la terra si staccava dalla terra e camminava
nel mare simile a fuscelli spinti dal furioso vento. Ed io vidi che tutte le
acque entravano sulla terra e moltitudine di essa rimaneva sott’acqua lasciando
un grande vuoto; e poi nuovamente la rivedevo, e poi non la rivedevo più, e con
essa ogni osa che in grembo portava. Templi, uomini, animali e grandi foreste e
quanto altro c’era periva miseramente. Poi vidi spostare le montagne per tanta
distanza che credevo fossero divenuti ramoscelli nell’acqua corrente di un
fiume ingrossato. Erano montagne quelle, legate a tanta terra che come
trasportate sul palmo della mano da un luogo venivano posate in un altro luogo.
Altre montagne sorgevano dalla profondità dei mari ed altre sparivano per
sempre. Il grande mare spinto e respinto saltava sulla erra e, come un
giocoliere, tutto faceva sparire in un baleno. Ed io sentivo gemiti di acuta
disperazione vagare nello spazio, e poi più nulla. Solo mare io vedevo e fuoco
sprizzare dalle acque, e la terra ancora fuori dalle acque correre da un punto
all’altro punto come impazzita. Un solo tratto di essa era rimasta fuori dalla
catastrofe, e Né mare né fuoco la offendevano. Ed io senza poter capire cosa
fosse mi rivolsi ai due Saggi dicendo: “Venerati Maestri dello Spirito mio, che
cos’è mai quel che io vedo fuori dell’ira ed ancora alla luce del sole?” E loro
a me dicendo come se già l’avessero detto, dissero: “Figliolo, quello è il
luogo dei Padri della futura generazione e del loro seme Dio si servirà per
seminare nuova vita e nuova generazione che sarà la sesta e la settima. Quella
che tu vedi è la sola terra che sta alla luce del sole, ed è quello il luogo
ove la fede nello Spirito rimase incontaminata e pura, se pur nel sole loro
ebbero timore di Dio. Là giace il corpo tuo che fu vivo ed ora non lo è più,
poiché l’anima tua è qui accanto a noi. E quel che tu hai visto non patirà
sorte dell’ira scatenata, perché è vero che quello è il seme che il Padre ha
voluto conservare per le altre generazioni future, sesta e settima””
Ed io ascoltavo quel che Loro
dicevano, pur non togliendo gli occhi dello Spirito mio dal mondo sconvolto. E
volendo ancora domandare per delucidazione, dissi io a Loro: Dolcissimi
Maestri, perché mai ogni cosa perisce con tanta spietata sorte?
E loro a me dissero:
“Quel che Dio ha saputo sulla loro
opera non trova giustificazione per la loro vita, perché chi offende con il
peggior dei mali Dio, Egli diviene iroso e punisce. Egli ha voluto fermare
l’opera mostruosa di quella generazione e seminar nuovo seme. Ed il seme avrà
da germogliare e dare il fusto e dopo i rami e le foglie e poi ancora i frutti,
e se questi ultimi saranno buoni per lo Spirito, l’albero vivrà felice, se poi
dovessero diventare amari, i germi del male colpiranno l’albero ed esso
comincerà a perdere la vita. Ma poiché l’umana gente non è mai contenta del
bene che Dio Creatore dispone, avviene che sono loro stessi a misurare il tempo
che l’albero deve vivere”.
Ora avvenne che Loro tacessero e
puntassero il dito affinché io, distogliendomi dai ragionamenti, guardassi più
attentamente là dove vi era terra ed ora vi era mare, e là dove vi era mare ora
vi era terra. Il volto del mondo era molto cambiato, ed esso era nudo come
quando l’uomo nasce. Né templi, né case, né alberi, né cose viventi il più
vedevo; La desolazione io vedevo e pareva la sola cosa ad esistere nel mondo.
Solo in quel luogo dove vi era rimasto il seme io vedevo vita ed anima, e là il
sole splendeva e dava luce e calore alle cose che continuavano per volere di
Dio. E passò tanto tempo e tanto tempo ancora, eppure io non sentii mai
stanchezza di tenere gli occhi dello Spirito fissi là ove le acque, divenute
come nero fumo, si muovevano ancora sulla terra per cercare l’uscita e pigliar
posto diverso. E mentre io tali cose meditavo, Loro due, simili a me, non
distolsero i loro sguardi né fecero alcun cenno di considerazione, eppure come
me guardavano ciò che io guardavo. E passò ancora del tempo ed altro tempo
ancora, tanto che io sentii il bisogno di domandare qualcosa per sentire
risposta e menomare il silenzio che intorno si era fatto come ombra di
tristezza e di dolore. E dissi a Loro, per muovere i lor pensieri
dall’immobilità: “Or ditemi, Giudici Sapienti, se il domandar mio non è
ardire, cosa mai avverrà dopo che le acque diverranno come erano solite essere,
limpide come il cielo e la terra come panno al sole””.
E Lor rivolgendosi a me, poiché era
lecito dare risposta alla domanda mia dissero:
“Avverrà, Figliolo, che la terra
riprenderà vita, poiché il sole questo farà per volere del Padre Celeste.
Inoltre si verificherà che gli occhi dello Spirito tuo vedranno rinascere sulla
terra ogni cosa che a te sembrò esser morta per sempre; eppur non era così. E
vedrai ancora che la terra metterà bei vestiti, simili a quelli che tu mettesti
nei dì dell’Amore dello Spirito, ed ogni cosa, riprenderà vita e calore come
nel principio quando il disegno di Dio divenne realtà”.
Ed io ascoltavo e pur altro desiavo
conoscere, come un bimbo quando per comprendere e conoscere meglio le cose che
gli occhi vedono, fa tante domande. Ed io così feci e domandai, e Loro, come
Padri pazienti risposero alla seguente mia domanda:
“Perché, io dico a Voi Padri
Sapienti e Saggi, perché mai ricomincia la vita là dove l’ira dello Spirito
Santo si è scatenata?”.
E Loro a me con pazienza piena
d’Amore risposero:
“Figliolo benedetto, ogni cosa
avviene per volere di Dio, Perché il Suo volere è giusto nel bene se nel bene
si vive, nel male se nel male si cade. E quella generazione che nel male era
caduta ha avuto punizione meritevole. Eppure, come gli occhi dello Spirito tuo
vedono ancora, lo Spirito Santo ha lasciato seme perché rigeneri e poi rigeneri
ancora sino a formare il nuovo albero che sarà il sesto”.
Ed il a sentir questo, subito
domandai: “Vedrò io il lor cammino nel tempo da questo luogo? E vedrò
il sesto albero crescere ed i lor frutti maturare?”.
“Noi diciamo di no, Figliolo, poiché
quel tempo tu non vedrai, eppur saprai, perché molti di noi saranno sulla terra
a dettar Legge, e come uomini, senza pensare né prevedere il disegno di Dio.
Eppure adesso lo sappiamo e conosciamo ciò che avverrà in quel tempo, e
conosciamo pure ciò che opererà lo Spirito Santo, il quale si degnerà di
scendere ancora tra gli uomini per porre innanzi ai loro occhi i doni e la
potenza del Suo regno. Allora noi saremo già uomini e con Lui opereremo, perché
Egli così ha disposto che avvenga in quel tempo. Avremo tanto da edificare e
tante opere rimarranno di noi sulla terra che tu apprenderai solo quando sarà
giunta l’ora di apprendere. Inoltre diciamo a te, Figliolo, che quando avverrà
quello che noi abbiamo già detto, sarà il tempo che il sesto albero della vita
avrà assorbito amare esperienze, e che esso avrà abbandonato la fede nello
Spirito. Altro non diciamo più, perché quando avverrà la tua rinascita nella
settima generazione ed avrai compiuto più degli anni venti, il sole comincerà a
porre nell’anima tua il calore dello Spirito, e le stelle pasceranno nel luogo
dei pensieri forte volere ed orientamento. Altro non diciamo a te, diletto
Figliolo, della sesta generazione. Eppure riteniamo ancora doverti dare
delucidazione, su come si comporterà la settima, poiché tu in quella prenderai
corpo con anima come uomo, così come era prima ancora di questo tempo, quando
cibo, aria, acqua e calore erano necessari alla tua vita”.
Ed io attento a quel che dicevano e
che ancora volevano dire, ascoltavo. E Loro continuavano dicendo:
“La settima generazione avrà la
settima Legge di Dio, ed essa avrà pure i sette doni dello Spirito Santo,
poiché la prova è l’ultima. Gli uomini saranno liberi di scegliere e modificare
secondo i loro voleri, poiché è nel disegno dello Spirito Santo che gli uomini
della settima generazione abbiano a giustificare la grandezza delle cose create
da Dio sulla terra e nei cieli, ed abbiano invece a biasimare la loro opera di
morte e di distruzione. Ora tu sappi infine, Figliolo, che si verificherà il
tempo di una grande battaglia e prima ancora gravi turbamenti si scateneranno
tra gli uomini.
In quel tempo tu avrai compiuto gli anni trentatré, per cui noi
abbiamo deciso, per volere del Sacro Collegio dei Sacri Spiriti di Dio, che è
Suo stesso volere, di entrare nell’anima tua per fare previsioni e per farti
ascoltare il nostro contenuto. Ed allor, quando avverrà il tempo che saremo in
te, forti saranno i tuoi sentimenti e più forte sarà l’amore tuo verso lo Spirito
Santo. E comincerai a parlare di cose che senti dentro di te per nostro
consiglio, e forte sarai per sapienza, scienza, carità, pietà, intelligenza, ed
infine sentirà più che mai il timore in Dio”.
Ed allora io ricordo in questo tempo
ed in questa generazione, ora che ho raggiunto gli anni trentatré della settima
prova dell’umana gente. E ciò che io vidi e narrato, ancora narrerò, poiché è
vero che nell’anima mia comincio a sentire tanto calore come io ben ricordo che
doveva avvenire in questo tempo.
Dentro di me sento chiare parole che
vibrare fanno l’anima mia e che mi dicono:
“È questo il tempo, Figliolo del
Cielo, è questo.
In te è lo Spirito Santo, opera
perché il Suo Volere è giunto.
Benedetto, Benedetto tu sia in
eterno”.
(Dal Libro “I Giganti del
Cielo” di Orazio Valenti).
_. Può
dirci chi era, come era Ermete Trismegisto?
-
Ermete Trismegisto fu considerato tra gli antichi egipziani come il più Grande
tra i Grandi, Maestro tra i Maestri.
Nella
antica religione di Egitto, ugulamente che Osiride rappresenta il modello di
Principe, Ermete rappresentava il modello di sacerdote.
-. Si
ha dubitato dell’essistenza reale di Ermete Trismegisto. Si ha detto che era un
mito. Cosa pensa lei di questo?
-Coloro
che fecero sparire Ermete Trismegisto non hanno potuto cancellare completamente
le sue opere. Ermete ebbe tempo sufficiente per mettere i suoi segreti e la sua
saggezza entro ai posti più occolti del tempio dove lui operava l’Iniciazione
dei Guidi dell’Umanità... Questi Segreti ancora non sono stati scoperte. E
anche la conoscenza che gli umani hanno avuto delle loro opere mai fu riretto,
ma mediatico.
-.
Potrebbe lei precisare di più su queste immagini, questi ricordi?
Non
si hai mai chiesto perché?
Ermete
Trismegisto, prima di essere ucciso, personalmente ha depositato i loro libri e
oggetti sacri in luoghi in cui non potrebbero essere saccheggiati.
L'evidenze
di questi fatti esistono, e un giorno presto vedranno la luce.
-.
Quale fu la misione, la azione di Ermete Trismegisto?
-
Lui fu depositario della Grande Iniciazione, dei Grandi Segreti della teologia,
le scienze... Fu il fondatore del Grande Tempio dei Misteri nei albori di
questa generazione.
Il
Tre Volte Grande fu scelto come custode e guida della Nuova Era.
-.
Lei fu anche della razza rosso sangue, secondo lei dice erano gli Azlantiti, e
perciò gli egiziani custodiarono i Grandi Segreti nei albori dell’Era Adamica?
- È
scritto nel Poimandres:
“Per
la Misericordia
di Dio, ho uscito di me steso. Mi sono rivestito di un corpo immortale; non
sono già quello che era. Ho nato nell’Intelligenza”.
Tutto
questo non se impara attraverso questo mezzo di questo elemento modellato, con
il quale ci è permesso vedere, per questo non mi preoccupa più la mia primitiva
forma composta nè mi importa che io sia stato rosso, tangibile, messurabile.
Sì,
Ermete Trismegisto apparteneva alla razza rossa, e il ricordo di quell’epoca
ancora mi porta nel mio interiore ondate di una enorme emozione.
-.
Abbiamo fatto riferimento precedentemente al concetto ERA ADAMICA.
Dai documenti trovati, possiamo dedurre che la storia di Adamo ed Eva è una storia che contiene un’altro Segreto diverso nel fondo.
Qual’è?
Dai documenti trovati, possiamo dedurre che la storia di Adamo ed Eva è una storia che contiene un’altro Segreto diverso nel fondo.
Qual’è?
-
Adamo significa Luce, Spirito derivato di Dio, Amore manifestato di Dio.
Eva
significa Ombra, la Madre ,
Amore di Adamo, il Corpo Astrale.
La
somma di entrambi i due equivale alla congiunzione tra Spirito e Corpo Astrale.
Il
Serpente è il simbolo dell’attrazione materiale che involve nel loro
corpo-astrale l’Astrale di Eva e non condiziona lo Spirito di Adamo.
Attraverso
il Corpo Astrale di Eva, lo Spirito di Adamo, realiza la prima
materializzazione, semboleggiata dalla negatività emmessa e atraente del
veicolo fisico “serpente” che ha aggiunto la materia calamitosa, la più idonea
per rappresentare la atrazione materiale negativa e primordiale.
A
causa di questa fusione tra Adamo-Luce-Spirito ed Eva-Ombra-Astrale dalla
attrazione del Serpente-materia, si ottiene l’effetto Uomo.
“E
fu il suo esilio, l’esilio dello Spirito e la sua codanna la condanna del Corpo
Astrale avvolto nel spirale della forma terrena.
Alla
fine del ciclo, Adamo tornerà ad essere Adonai.
-.
Se ho capito bene, la storia di Adamo ed Eva contengono il Segreto della
nascita e il finale di una generazione.
La nostra generazione, e per tanto, le altre diverse razze che ci sono sulla Terra, non hanno nulla da vedere con questo racconto?
La nostra generazione, e per tanto, le altre diverse razze che ci sono sulla Terra, non hanno nulla da vedere con questo racconto?
-
Così è, esattamente.
-.
Se questo è come lei dice, l’uomo ha nato realmente sulla Terra, o fu portato dall'esterno della Terra?
- Li
risponderò con le parole di Adoniesis, che appartengono a una comunicazione che
ho ricevuto il 13 di settembre di 1966, alle ore 15:
Vi diciamo che hanno venuto, per un
motivo particolare di forza maggiore, dagli spazi sterni.
A parte tutto, oggi tanti
scientifici terrestri credono di conoscere tanto su questo argomento, ma in
realtà sanno troppo poco o quasi niente.
Non avendo avuto origine l’uomo su
questa Terra, non ha seguito il processo evolutivo che ancora tanti scienziati
credono e si ostitano in affermare e fare credere”.
-.
Quali furono le cause che obbligarono ai nostri antenati a arrivare e rimanere
in questo pianeta?
-
Esistono Leggi che sono assolutamente intrascurabili.
“L’Universo al quale voi appartenete
e apparteniamo noi vive e si sviluppa attraverso di varie e diverse dimensioni.
Anzi sul vostro pianeta, tali
dimensioni si avvicinano, e la vostra mancanza di conoscenza produce cause che
costituiscono la matrice di tutti gli effetti che edificano e modificano le
diverse strutture psico-fisiche..
Come adesso succede con le splosioni
nucleari, l’essere terrestre crede di avere il diritto di tentare quelle Leggi
che non li è permesso violentare a nessún tipo d’Intelligenza”.
-.
A quale legge si riferisce lei?
-
Mi riferisco a quella Legge che Governa e tutela le strutture e la vitalità del
Corpo Cosmico e che forma parte intima del principale Complesso Creativo che
identifica con la figura del Padre Creatore.
Questa
Legge si tentò di violare nel passato da un Principe incontrollato degli spazi
cosmici.
E
la Legge ha
dato un severo avviso a chi tentarono di dissacrarla.
In
verità questa è stata la causa principale che ha obbligato ai nostri antenati a
emigrare di altri mondi e mettersi al
riparo, cercando la salvezza, nel pianeta Terra.
-.
Come era in quel tempo il pianeta Terra?
- Il
nostro pianeta, troppo giovane in quel tempo, li ha dato troppe poche facilità
di soppravivenza, data la violenza degli elementi ancora in proceso di insediamento.
I
nostri Antenati sono stati in grado di attraversare lo spazio, grazie alle loro
conoscenze e alle loro mezzi tecnici.
Le enormi astronavi dello spazio furono e si stabilirono nelle pianure verdi della Terra, in attesa di una soluzione migliore. Migliaia di piccole cosmonavi sono scese in piccoli gruppi su diverse parti del pianeta. I loro Teste di Guida erano quattro, e ciascuno rappresentava
Altre
navi sono stati diretti ad altri pianeti del sistema solare.
I
sopravvissuti fuggirono dalla terribile cataclisma come matti. Pochissime
navi riuscirono a decollare e allontanarsi dalla superfizie terrestre. Di
quelli che sono rimasti e sono sopravvissuti, che erano i nostri antenati,
derivano gli attuali abitanti.
-. Come
hanno fatto a sopravvivere?
Hanno
subito una metamorfosi lenta di tutte le originarie Caratteristiche
psico-fisiche nel corso del tempo.
La
materia edificò un Piano dimensionale d’adattamento all'ambiente con la
formazione di una struttura steriore valida per assicurare la permanenza degli
organi originali.
Millenni
e millenni fa, i nostri antenati avevano ancora il potere e la capacità di
comunicare attraverso vaste distanze grazie al Potere Telepatico.
Riuscirono
a mantenere lungo tempo la
Cognizione profonda della Conoscenza, ma la nuova dimensione gli
assaltava inesorabilmente.
Il
tempo delimitò definitvamente la sua personalità, e l'uomo ha dovuto subire la dura
sperienza della materia, esperienza ancora oggi insuperata.
-. Si sono sviluppati ugalmente i nostri antenati che quelli che si rifugiarono in altri pianeti e che provenivano del medessimo Lucifero o Tir, prima della sua disintegrazione?
-
Non tutti si sono sviluppati uguali.
Coloro
che hanno preso rifugio sulla Terra hanno avuto il processo più difficile.
La
ragione principale di questo ritardo è la costante instabilità del pianeta.
I
disastri successivamente accadero, ed altri posteriormente hanno portato verso
gli origini, i notevoli progressi compiuti in un tempo lungo e con grandi
sforzi.
Su
altri pianeti questo fu completamente diverso, e l'evoluzione, anche se
sottomessa ad altri eventi, si portò a termino di forma più facile.
-.
Quanto tempo durò l’intercomunicazione tra le razze?
- È durata
lungo tempo.
Ma il lento e progressivo allontanamento della Capacità Percettiva e Comunicativa Extrasensoriale finalmente le isolò.
L’intervento violento e continuo delle fortissime emozioni provocate per mutazioni del geoide, infine stabilì un Nuovo Complesso Pisichico e un Regime Emotivo brutale e diverso.
Ma il lento e progressivo allontanamento della Capacità Percettiva e Comunicativa Extrasensoriale finalmente le isolò.
L’intervento violento e continuo delle fortissime emozioni provocate per mutazioni del geoide, infine stabilì un Nuovo Complesso Pisichico e un Regime Emotivo brutale e diverso.
-. In quale
razza è durato di più la reminiscenza del proprio origine?
- Nella razza
Gialla.
Inizialmente
aveva delle reminiscenze vivaci degli elementi istintivi organizatori dell’Anima
Collettiva che caratterizò gli Originari Valori Attivi.
-.
Quale fu la razza che ha ottenuto recoperarsi
prima e raggiungere alla completa conoscenza di questo e di altri
Segreti dimenticati?
-Fu
la razza rosso sangue.
Precisamente
la Razza Rossa
rappresentava il Ceppo originario che esprime questa particolare attività di
reminiscenza Spirituale.
I
Primi Padri sapevano già la natura della Forza Creativa in tutti gli aspetti
dimensionali, così come la conosciamo oggi.
Questa
verità è stata tramessa dalla Forza Mentale a quelli nati dell'Anima Collettiva.
-.
Cosa intendevano loro per Dio?
-
Per loro era l’Essere che tutto compenetra, l’Anima Eterna di tutto.
Sapevano
che senza Lui nessuna cosa esistirebbe nel tempo.
Per
loro, Dio era la Causa Eterna
di tutte le manifestazioni in tutte le dimensioni.
-.
Lei ha parlato della costante intervenzione degli Esseri dello Spazio per
guidare l’evoluzione dell’uomo di questo pianeta. Da quanto tempo in dietro se
esegue questo tipo di tutela?
-
Questa guida è eseguita dai albori.
Ancora
oggi, più che mai, è attiva e costante.
-.
Chi la portavano e chi la portano avanti?
-
E portata avanti dai Maestri Cosmici di differenti provenienze e dimensioni.
-.
Si può pensare che questi Guidi o Maestri sono gli Angeli di cui si parla
spesso nella Bibbia?
-
Esatto. Così è.
-.
Quale grado occupano nel Cosmo y Maestri Cosmici?
-
I Maestri Cosmici sono i Coordinatori del Regno dell’Intelligenza Divina.
Il
loro grado è: DUE PARTI DI ASTRALE E DUE DI SPIRITO.
-.
Lei è in contatto con qualche Maestro Cosmico?
Ha visto qualcuno di loro?
Ha visto qualcuno di loro?
-
Sì. Sono in contatto con Adoniesis, un Maestro Cosmico della Quinta Dimensione,
coordinatore planetario sulla quarta dimensione.
È un Genio Solare.
È un Genio Solare.
-.
Cosa di deve intendere per Quinta Dimension?
"La Quinta
Dimensione " è
l’Esistenza Dinamica-Astrale. Logos Manifestativo della deità. Dimensione
dell'Intelligenza Creativa.
"La Quinta Dimensione "
è Logos Cristico, emanazione della
Suprema Volontà dell'Archetipo Cosmico: "Alfa-Omega". Potenze
Coordinatrici del Manifestato, scaturente dall'Idea Divina del principio di
ogni cosa, potenzialmente esistente”.
"
Adoniesis si è autodefinito così in uno dei suoi messaggi:
“LA MIA PATRIA
È IL COSMO. LA MIA DIMORA
IL SOLE: DA QUI VENGO E QUESTO SONO”.
-. Il Sole fu l’astro intorno al quale orbitano
culture cui vestigi perdurano fino ad oggi: la maya, aztechi ed egipziani.
Quale è la loro definizione, come è la loro concezione del Sole?
- Il Sole è Fonte di Energia Psichica Creativa.
È questa energia che permette realizzarsi gli terrestri,
l’energia che fa possibile la maggior parte delle cose che l’uomo ritiene
miracoli.
Il Sole di questo Sistema Planetario, a parte di essere
Logos della Divina Intelligenza, è il contenitore ed elaboratore delle idee
manifestate e manifestanti.
In Lui se informano gli elementi idonei per
strumentalizzare il corpo e farlo funzionare sui diversi piani
energetici-fisici.
Gli antichi abitanti della Terra avevano una perfetta
conoscenza dell’Arte Saggio ed Eterno del Sole.
Erano pienamente coscienti della sua natura vivente e
sapevano anche che in lui risiedono tutti i Corpi Pensanti di Dio.
Conoscevano da remotissimo tempo l’Immutabile ed Eterna
Legge che governa l’Attività Creatrice del Sole sparsa nell’Universo.
La sua devozione verso questa Legge fu incondicionale,
perchè erano pienamente coscienti che di questa Legge risultava la Pura spressione di COLUI che
ha la INTELLIGENZA PRIMA
e la FORZA DEL
DEVENIRE.
-.È conosciuta in questo senso quest’energia dai
scientifici attuali?
- L’Energia Psichizante che il Sole secerne è
perfettamente conosciuta da certi scientifici terrestri.
Alcuni hanno individuato i Corposcoli-Veicoli, e anche
conoscono la particolare struttura y la natura contenuta e trasportata.
È proprio questa Energia precisamente quella che possiede
la capacità d’informare la materia cosmica con i Valori Strutturali Genetici.
La lavoriosa attività di questa Energía Solare produce
los quanta-Sens, che sono valori
materiali psichizati sui diversi piani dimensionali conosciuti e sconosciuto
dalla vostra scienza.
Questi quanta-sens,
istruiscono e determinano anche i quanta-memor,
Corpi Pensanti, o meglio, immagini dei valori sperimentali ed idonei per essere
riassorbiti dall’Accumulatore-memoria (Sole).
-. Ritorniamo verso Egitto. Abbiamo incontrato in
diversi racconti sue riferimenti al sistema di navigazione degli atlantiti.
Le loro navi, potevano essere identificate in quelli che sono chiamate, navicelle “Rha”?
Le loro navi, potevano essere identificate in quelli che sono chiamate, navicelle “Rha”?
- Efettivamente. Questo tipo di navicelle erano usate
nella Azlantida. Erano un tipo di navicelle molto prattico per potere passare
di una isola ad un’altra. Quete navi potevano essere trasportati comodamente
per terra e usarla nuovamente per passare di una isola alla seguente.
Dello stile “Rha” era quello usato abitualmente per
comunicarsi tra le isole che si formarono nelle coste occidentali dell’Africa e
le coste orientali dell’America.
In quelli tempi, la cultura atlante si ha stesa fino
Egitto, e questi navicelle furono abituali tanti milenni dopo lì.
Anzi oggi possono essere trovate navicelle come queste,
usate dai indiani nel lago Titicaca.
-. Trovarà l’uomo contemporaneo delle prove
scientifiche de queste affermazioni sue?
- La
Azlantida , Mu, Lemuria hanno esistito nel passato.
Un giorno, sempre più vicino, avremo gli elementi e le
prove storiche di quelle generazioni, prove conservate gelosamente in segreto
per il tempo futuro.
-. Una ultima domanda: Di cosa, pensa lei, siano
fatte le piramidi?
Come furono costruite?
Con quele scopo?
Come furono costruite?
Con quele scopo?
- I grandi piramidi, quelle originarie, furono Tempi di
Saggezza, dove si insegnavano le Conoscenze ei Concetti che servirono di Guida
a questa generazione.
Non furono costruite per mezzo di grande masse di
schiavi, ma per la intervenzione di Grandi Mezzi provenienti dello sviluppo
atlante.
Per la sua edificazione si ebbe l’aiuto sterno.
Le pietre si potevano muovere facilmente, perchè la zona
si adattò limitando la forza della gravità.
I grandissimi blocchi di pietra non furono spostati dalle masse di schiavi, ma che furono fabbricati nel posto medessi dove furono utilizzati per mezzo di un processo di cristallizzazione della sabbia.
I grandissimi blocchi di pietra non furono spostati dalle masse di schiavi, ma che furono fabbricati nel posto medessi dove furono utilizzati per mezzo di un processo di cristallizzazione della sabbia.
La esistenza e il disegno del Nilo appartengono alla
stessa epoca.