“Voi siete la quinta, ed il seme della sesta
nascerà dalla vostra fine. Così è segnato nel gran Libro dei Cieli. Ed allora
avverrà che l’Uomo Eterno, Dio, verrà sulla Terra come Sole splendente del
Cielo per mostrare a voi la Gloria Sua e la Potenza del Suo Regno, che è Regno
dello Spirito Eterno. Molti di voi, divenuti forza del male, proveranno terrore
e pur non modificheranno, né ritorneranno indietro dai loro propositi, né si
ravvederanno i nascituri, poiché la malefica arte dei padri rimarrà pure nel
seme.
Pochi, in Verità, saranno coloro che ritorneranno ai Voleri dello Spirito; ed essi soltanto si salveranno nell’anima e nel corpo. Essi saranno guidati là, verso Oriente, ove la terra rimarrà fuori dalla furia delle acque e immune dai disastri, ed essi ancora procederanno verso la retta via, innalzando tabernacoli e templi alla Gloria ed alla Potenza di Dio.”
Ed io ascoltavo con cuore aperto ciò che Egli diceva alle turbe irrequiete e minacciose.
Avvenne che Egli non fu creduto, come
uomo simile agli altri; ed incapaci ad avvertire nel loro cuore la forza della
pietà, essi sentenziarono in segreto ciò che dovevano operare a Colui che aveva
predetto tale fatale destino a causa dei loro peccati, per Volere di Dio,
predicando senza timore alcuno. Le turbe animate da malvagi propositi e
sconsigliate, lo presero dal luogo ove Egli stava e lo trassero in disparte con
viva forza.
Il cuor mio ardeva d’amore per lui, ed io ero pur giovane, eppure amavo le sagge parole che Egli aveva con tanto amore detto. Ed avvenne che lo portarono in un campo ive i fiori erano aperti al Sole caldo e splendente, e là iniziarono a praticare ciò che nel segreto avevano sentenziato. Egli non provò impazienza, né la Saggezza dell’anima e del cuore si smosse, che non fece alcun cenno di rivolta; né i suoi occhi, simili a stelle, si dilatarono per paura. Anzi volle aggiungere a quel che aveva detto alcune parole, e disse:
Ma le turbe inferocite e sconsigliate
non vollero frenare il malvagio istinto del male.
E quel che io vidi, dopo che Egli terminò di parlare fu tanto crudele che gli occhi miei divennero come pietre nel mare. Vidi uomini cercare nel cervello del Saggio colui che tanto cattivo parlava in voce sua. E cercarono, cercarono senza trovare ciò che loro avevano pensato vi fosse. Ed il saggio Uomo, pur senza ciò che l’uomo deve aver per forza, rimase così come prima era, anzi più vivo di coloro che gli stavano intorno ad operare delitto. Tanto che a vederlo, coloro che per primi avevano operato, divennero irriconoscibili, poiché non parlavano come era comune parlare, ma bensì come parlano gli insensati e privi di coscienza; ed i loro occhi roteavano da un punto all’altro veloci come il vento.
Avvenne che il saggio Uomo, pur
rimanendo com’era, disse ancora:
E dopo aver detto questo, così com’era, s’incamminò come un uomo che ha tutto ciò che la Madre da alla propria creatura. Eppur non era così; che il cervello Egli non aveva.
A tal vista avvenne un turbamento in tutti coloro che osservavano tal strana bravura del Saggio Uomo. Anch’io, come loro, mi turbai; ma lo ero già prima, poiché nell’anima mia sentivo bruciare di verità le sue parole.
Ed avvenne che io solo lo seguissi.
Ed altri, ancor terrorizzati, si stavano in disparte, facendo cammino inverso. Eppur, quando Egli mi vide, non si arrestò, anzi con amorevole cura si fermò e disse:
“Non provare sdegno di ciò che hai visto, poiché quel che tu senti nell’anima tua Dio ha già sentito molto tempo prima; ed Egli darà il medesimo dolore”.
“Ora io ti lascerò e tanto tempo passerà prima che tu possa risentire il calore di tale Verità nell’anima tua; però ti dico ancora: in quel tempo, quando tu sarai ritornato tra gli uomini della settima generazione e quando avrai compiuto gli anni trentatre, io sarò nell’anima tua e nei tuoi pensieri, e di ciò ti darò prova d’esser venuto, poiché a te vorrò parlare di tante cose. Ed or è opportuno che tu sappia ancora ciò che dovrà avvenire in breve tempo, affinché tu sappia il cammino giusto e consigliato.
Avverrà che il Sole diverrà più volte
grande e molto più splendente di come tu ora lo vedi. Ciò non abbia a turbare
l’anima tua poiché nessuna cosa arderà di ardente fuoco. Quando ciò sarà
osservato, tu muoverai cammino verso Oriente e passo per passo l’anima tua sarà
consigliata per i lunghi sentieri versi che nel tempo dovrai percorrere. Il
cammino sarà tanto lungo e faticoso, ma ciò non sarà turbamento né per il corpo
né per l’anima tua poiché sarai guidato e consigliato.
Avverrà che alla fine del lungo cammino incontrerai coloro che sulla fronte portano il Sole, simile a quello che tu vedi nel Cielo; e là ti fermerai. Là passerai il rimanente tempo della tua vita; finirai i giorni senza patire dolori nel corpo tuo, né esso rimarrà scoperto, né mano umana lo toccherà sino alla fine. E allora, quando questo avverrà che tu lascerai il corpo, da uomo, e verrai nel Regno dei Cieli, da quel Regno io farò vedere a te ciò che accadrà sulla Terra per colpa della quinta generazione”.
Dopo aver terminato il suo dire, io mi sentii avvolto in un profondo sonno e piegando la mia testa sulle sue ginocchia mi addormentai silenziosamente.
Il mattino che venne, non appena i miei occhi si aprirono, vidi là, al posto delle ginocchia del Saggio, un’abbondanza di vari fiori profumati ed ancor vivi di tanta vita. Egli non era più né nei dintorni i miei occhi lo videro. Cercai con affanno e con speranza e per molto tempo peregrinai pur di trovarlo; ma, ahime, vane furono le mie ricerche. Egli non era come io ero, né sulla Terra, perché avvenne che l’anima mia, dentro di me, parlasse dicendo:E quel che io sentivo dentro di me mi rallegrava il cuore e gli occhi miei davano luce di beatitudine come io non ebbi mai. Eppure Egli non era più, ed io con veemenza bramavo che Egli fosse così come gli occhi miei lo avevano visto.
Passò del tempo, e dentro di me
albergava la Voce del Saggio e mi seguiva ovunque io andassi. Gli anni miei mia
avevano raggiunto il numero venticinque ed il Sole era nel segno della Sapienza
che è segno dello Spirito e pur segno della generazione quinta, in cui vidi gli
anni della mia vita crescere come pianta di prato.
In quel tempo accadde ciò che nel mio cuore stava inciso. E vidi il Sole farsi tanto vicino alla Terra come minaccia mortale. Le turbe, i Re ed i Sacerdoti ebbero infinito spavento, e tutti urlavano come esseri senza senno: andavano come il vento impazzito a cercare rifugio nel ventre dei monti. E gridavano con tanto frastuono che a me pareva che le acque dei mari camminassero di corsa sulla Terra.
Gli occhi miei non si mossero dallo
Splendido Sole, divenuto dieci volte più grande di quanto egli è solito essere;
né sgomento sentì la mia anima, né io mi mossi dal luogo ove rimase immobile,
avvinto di tanto splendore.
Ed avvenne che, mentre gli occhi miei fissavano tanta meraviglia, la Verba che in me si faceva Parola diceva:
A quel detto io non rimasi a lungo in meditazione, perché sapevo che Egli era a parlare dentro di me. Ed avvenne che, mentre io muovevo cammino verso Oriente, vidi il Sole girare come gira una ruota di carro sulla Terra secca e senza porre in atto alcuna minaccia, ritornò nuovamente come prima era, dieci volte più piccolo.
Le turbe, i Re ed i Sacerdoti, ancor terrorizzati, non uscivano dal ventre dei monti, poiché nel loro pensiero sostava la paura che il Sole ritornasse ancora più grande e più minaccioso di prima.
Nel mio pensiero spuntò, come l’alba, il Disegno del cammino che dovevo iniziare, poiché io sapevo nel cuor mio di doverlo intraprendere. E così avvenne che il mio corpo iniziò la sua fatica, che dire il tempo mi pare ancora più difficile. Dopo tanti giorni di cammino raggiunsi una grande foresta, e là posi il mio corpo a riposo ed i miei occhi al sonno.
Ben io ricordo ciò che vidi quando io ero immerso nel sonno. Vidi il Saggio Uomo curare le piaghe che s’erano formate nel corpo mio con amorosa cura e vidi ancora che Egli pose sulle mie asciutte labbra olio odoroso dicendomi:
Così io feci e con più forza che prima non avevo cominciai a muovere cammino aprendo sentiero al passo mio.
Passò ancora tanto tempo prima che io scorgessi un uomo prima e molti altri dopo venirmi incontro come se io avessi la corona del loro Regno. Eppure ebbi gran spavento prima che la Verba dicesse:
Ed io, quando ebbi vicino quelle creature, osservai attentamente le loro fronti e vidi il Segno del Sole, così come era quando lo vidi dieci volte più grande. E prima che io dicessi a loro ciò che nella mia mente nasceva, loro dicevano a me: “Sappiamo quello che tu porti nel Tempio della Sapienza e sappiamo pure quanta forza c’è nell’anima tua per Volere di Dio. Vieni, accostati a noi e rallegra di più consapevolezza Spirituale le nostra coscienze”.
Ed io che ascoltavo il loro parlare pensavo altrove, e pur apprendendo ciò che loro dicevano, io dissi a loro: “Portatemi là dove il Tempio eretto alla Gloria dello Spirito ben conserva le vostre anime sagge e sapienti, perché è vero che là verrò ad albergare sino al giorno che Dio vorrà”.
E così avvenne che io entrassi nel Tempio e adorassi la Gloria dello Spirito Santo ed insegnassi il Benigno Volere della Sua Sapienza al popolo di quei luoghi.
Avvenne che gli anni miei raggiunsero il
numero quarantanove ed in quel tempio la Verba parlasse, dicendo:
che accadrà sulla Terra per le colpe della quinta generazione degli uomini.
Preparati, Figliolo, poiché nel sonno tu lascerai la Vita terrena ed il tuo corpo verrà ben conservato come io ti dissi un tempo e come Dio ha disposto che sia”.
Ed io, lieto per quel che sentivo, provai tal gioia che il sonno mi colse con dolcezza infinita. Eppur non dormii, poiché mi vidi in un luogo che umana gente non ha mai visto né costruito con parole, tanto bello era quel luogo che io credevo ancora di dormire e di sognare, eppur non era così.
Io là vidi dolcezza, Amore, pietà,
Bontà, Carità, Saggezza e Sapienza e tant’altra bellezza dello Spirito e del
Regno dei Cieli.
Io vidi ancora tutte queste Virtù anche negli uomini, perché tale forma essi avevano, simile come io ero e pur non erano più e nemmeno io. Vi era tanta bellezza che lo Spirito mio si rallegrava come esprimere non so. Ogni attimo di ora, ogni ora del giorno ero avvolto di dolce Beatitudine e pieno di tanto Amore, che altri, come io tale allegrezza dimostravo avvicinandosi a me senza che io vedessi il lor camminare dicevano in coro:
E tanta musica io sentivo che orecchio umano non poteva aver mai sentito. Ogni cosa che io non so misurarne la bellezza aveva Luce Splendente intorno a me, sembrò di contare mille e mille Soli e mille e mille Stelle. E la notte io non vidi mai poiché la Luce rimase sempre Splendida come io la trovai.
Ora, mentre io tale dolcezza assorbivo
con la Luce dello Spirito, avvenne che si aprisse nello Spazio, come un
incanto, una grande parete di color oro vivo, ornata di fiori di mille coloro e
che raggi di sette colori uscissero prima che uomini, tale forma essi avevano,
con lunghi capelli come lucente argento volassero d’intorno come uccelli in
festa, annunciando con Verba penetrante e forte di musicale armonia, i Sette
Spiriti di Dio.
E questi Annunciatori erano di tal bellezza che gli occhi del mio Spirito non osavano alzarsi dalla meraviglia.
Subito dopo avvenne che raggi come oro,
tale era il colore, formarono un grandissimo Tempio, tanto grande da poter
contenere tutte le generazioni della Terra, e nel centro di esso, stavano
seduti i Sette Saggi in bianco lucente. Io vidi i loro capelli come neve al
sole e soffice come leggerissime piume, lunghi e riposanti sulle formose
spalle. Sulla loro fronte brillava una Lucente Stella simile a quella che io
vedevo sulla Terra quando io ero così come oggi non sono, e la loro Verba piena
di Celestiale Bellezza, come musica, raggiungeva tutti senza che loro
gridassero.
A tale vista mi sentii turbato, e pur era vero, poiché la sua Voce giungeva a me che ero l’ultimo arrivato, e tanto lontano. Ed avvenne che uno di loro si alzò ed, indicando come voler chiamare qualcosa, disse:
Ed avvenne che alzai la fronte e con mia
grande gioia egli, che pur non avevo, si posarono sul volto di Colui che come
uomo venne sulla Terra a dettar Legge Divina ed a far previsioni di Sapienza
Celeste. Quanta gioia provò lo Spirito mio non posso ancora dirlo! Ma ben io
dico, e questa è la Verità, che Egli era il Saggio Uomo che io ancora ricordo.
“La Grazia del Padre Eterno è in te, Figliolo, come lo era allora quando tu pietà sentisti per cui io dissi a te che saresti venuto nel Regno di Dio per vedere le cose che sulla Terra succederanno”.
Ed ancor disse:
“Io conosco la Fede tua nello Spirito, e tutto il Collegio conosce l’Opera tua sulla Terra nell’Era della Sapienza, per cui Dio, il Re del Cielo e della Terra ha voluto accogliere, con compiacimento, il nostro dire sul tuo conto; ed Egli ancora propose ciò che qui avviene e che dovrà avvenire nel tempo che tu, Figliolo, diverrai ancora padrone del corpo e vivrai come uomo sulla Terra della Settima generazione”.
Ed io, come Figlio Ubbidiente e Saggio che segue l’insegnamento e nel Volere il proprio Padre, stavo attento ed ascoltavo con sentimento il Suo dire ed il Suo proporre per cui rimanevo fermo nei suoi disegni. Ed avvenne ancora si alzò dal luogo ove stava e con lui un altro dei Sette, e senza muovere piede, mi vennero in contro, e, prendendomi per mano sia l’Uno che l’Altro, mi portarono via dal luogo ove io stavo per raggiungere un grande monte. Là, con grande mia meraviglia, appresi dalle sue dimostrazioni che cosa volevano dire gli agnelli che io vedevo sparsi un po’ dovunque tutti morti, alcuni come annegati, altri come bruciati.
Era uno spaventoso vedere dei miei occhi, che non erano come quelli che ha l’uomo sulla Terra. E loro due, che a dimostrare volevano quel che io vedevo sul monte, mi dissero:
“Figliolo, adesso da
questo Monte tu vedrai cose che poi, per Volere di Dio, avverranno nella quinta
generazione, nella sesta e nella settima. In quest’ultima, che è la settima, tu
sarai rinato sulla Terra, e sino a che non avrai raggiunto gli anni trentatre,
non ricorderai nulla. Quando avrai compiuto gli anni trentatre, noi verremo ad
albergare nell’animo tuo ed apriremo il segreto e scioglieremo ciò che prima
stava legato.
E tu allora ricorderai quello che eri
prima, e nella tua mente si verificherà il ritorno delle cose vissute nell’Era
della Sapienza e di ciò che hai visto da questo luogo. Ciò ti verrà facile
ricordarlo, e tu farai questo: Che scriverai ciò che senti senza sentire fatica
nella tua mente e senza sentire stanchezza alcuna nel tuo corpo. Inoltre
avverrà che un numero terrà sempre la tua Coscienza sveglia e forte, e questo
sarà il numero Sette. Ed ancor diciamo: che Il cuore tuo non avrà pace finchè
tu non avrai compiuto l’Opera che è nel Disegno di Dio per la Settima
generazione. Inoltre tu devi sapere bene che molti ti saranno ostili e molti
sorrideranno dell’Opera tua, e ciò non deve rattristare l’anima tua, perché è
vero che chi di te sorride si pentirà di averlo fatto.
Vi saranno Anime sincere che crederanno
in te, e quelle si salveranno nel corpo e nell’anima e si purificheranno e
purgheranno i loro peccati commessi. Poi né madre, né padre, né sposa, né figli
e nè amici ti crederanno, anzi cercheranno di faticare affinché il velo dello scoraggiamento scenda sul tuo
Volere. Ma noi veglieremo su te e sull’anima tua poseremo i Sette Doni dello
Spirito Santo; e tu sarai Sapiente, Intelligente, Consigliato, forte nella
scienza e nella pietà; ed infine sentirai timore in Dio. Così tu sarai ed avrai
forza di combattere e di vincere l’opera dei malevoli e degli sconsigliati, e
di parlarne con dolcezza e bontà, e di conoscere cose che altri non possono, e
di respingere la falsità delle accuse a te rivolte.
Ed ora che tu sai che queste cose
dovranno avvenire nella quinta, nella sesta e nella settima generazione, che è
l’ultima prova dell’umana gente sulla Terra, noi tacciamo affinché il tuo Spirito osservi”.
“Un gran buio si fece intorno a noi, e sotto e
sopra di noi; e vidi gli uomini della Terra, e donne e bambini tremare di paura
poiché la Terra cominciava a tremare come foglie al vento ed il mare a bollire
come l’acqua in pentola. Il grido di terrore, giungeva nel Cielo.
Ogni creatura che, come fuori senno,
fuggiva a cercare riparo non trovava forza ed equilibrio e giaceva
inesorabilmente esposta alla fine. Tutti cercavano riparo nei monti, eppur non
potevano avere tale speranza. Ed avvenne che il mare bolliva sempre più forte e
la terra si staccava dalla terra e camminava nel mare simile a fuscelli spinti
dal furioso vento. Ed io vidi che tutte le acque entravano sulla Terra e
moltitudine di essa rimaneva sott’acqua lasciando un grande vuoto; e poi
nuovamente la rivedevo, e poi non la rivedevo più, e con essa ogni cosa che in
grembo portava. Templi, uomini, animali e grandi foreste e quanto altro c’era
periva miseramente.
Poi vidi spostare le montagne per tanta
distanza che credevo fossero divenuti ramoscelli nell’acqua corrente di un
fiume ingrossato. Erano montagne, quelle, legate a tanta terra che come
trasportate sul palmo della mano da un luogo venivano posate in un altro luogo.
Altre montagne sorgevano dalla profondità dei mari ed altre sparivano per
sempre. Il grande mare spinto e respinto saltava sulla Terra e, come un
giocoliere, tutto faceva sparire in un baleno. Ed io sentivo gemiti di acuta
disperazione vagare nello Spazio, e poi più nulla.
Solo mare io vedevo e fuoco sprizzare
dalle acque, e la terra ancora fuori dalle acque correva da un punto all’altro
punto come impazzita. Un solo tratto di essa era rimasta fuori dalla
catastrofe, e né mare né fuoco la offendevano. Ed io senza poter capire cosa
fosse mi rivolsi ai due Saggi dicendo: “Venerati Maestri dello Spirito mio, che
cos’è mai quel che io vedo fuori dall’Ira ed ancora alla Luce del Sole? E loro
a me dicendo come so già l’avessero detto, dissero: Figliolo, quello è il luogo
dei Padri della futura generazione, e del loro seme DIO si servirà per seminare
nuova Vita e nuova generazione che sarà la sesta e settima.
Quello che tu vedi è la sola Terra che
sta alla Luce del Sole, ed è quello il luogo ove la Fede nello Spirito rimase
incontaminata e pura, se pur nel Sole loro ebbero timore di Dio. Là giace il
corpo tuo che fu vivo ed ora non lo è più, poiché l’anima tua è qui accanto a
noi. E quel che tu hai visto non patirà sorte dell’ira scatenata, perché è vero
che quello è il seme che il Padre ha voluto conservare per le altre generazioni
future, sesta e settima”.
Ed io ascoltavo quel che Loro dicevano,
pur non togliendo gli occhi dallo Spirito mio dal mondo sconvolto. E volendo
ancora domandare per delucidazione, dissi io a Loro: Dolcissimi maestri,
perché mai ogni cosa perisce con tanta spietata sorte?
E loro mi dissero:
Ora avvenne che Loro tacessero e
puntassero il dito affinché io, distogliendomi
dai ragionamenti, guardassi più attentamente là dove vi era terra ed ora vi era
mare, e là dove vi era mare ora vi era terra. Né templi, né case, né alberi, né
cose viventi io più vedevo; la desolazione io vedevo e pareva la sola cosa ad
esistere nel Mondo. Solo in quel luogo dove vi era rimasto il seme io vedevo
vita ed anima, e là il Sole splendeva e dava Luce e calore alle cose che
continuavano per Volere di Dio. E passò tanto tempo e tanto tempo ancora,
eppure io non sentii mai stanchezza di tenere gli occhi dello Spirito fissi là
ove le acque, divenute come nero fumo, si muovevano ancora sulla terra per
cercare l’uscita e pigliar posto diverso.
E mentre io tali cose meditavo, Loro due, simili a me, non distolsero i loro sguardi né fecero alcun cenno di considerazione, eppure come me guardavano ciò che io guardavo. E passò ancora del tempo ed altro tempo ancora, tanto che io sentii il bisogno di domandare qualcosa per sentire risposta e menomare il silenzio che intorno si era fatto come ombra di tristezza e di dolore. E dissi a Loro, per muovere i lor pensieri dall’immobilità: “Or ditemi, Giudici Sapienti, se il domandar mio non è ardire, cosa mai avverrà dopo che le acque diverranno come erano solite essere, limpide come il Cielo e la terra come panno al Sole?”
E lor due rivolgendosi a me, poiché era lecito dare risposta alla domanda mia dissero:
Ed io che ascoltavo e pur altro desiavo
conoscere, come un bimbo quando per comprendere e conoscere le cose che gli
occhi vedono, fa tante domande.
Ed io così feci e domandai, e Loro, come Padri pazienti risposero alla seguente mia domanda:
“Perché, io dico a Voi Padri Sapienti e Saggi, perché mai ricomincia la Vita là dove l’ira dello Spirito Santo si è scatenata?”
E Loro a me con pazienza piena d’Amore risposero:“Noi diciamo di no, Figliolo, poiché
quel tempo tu non vedrai, eppur saprai, perché molti di noi saremo sulla Terra
a dettar Legge, e come uomini, senza pensare né prevedere il Disegno di Dio.
Eppure adesso lo sappiamo e conosciamo ciò che avverrà in quel tempo, e
conosciamo pure ciò che opererà lo Spirito Santo, il quale si degnerà di
scendere ancora tra gli uomini per porre innanzi ai loro occhi i Doni e la
Potenza del Suo Regno. Allora Noi saremo già uomini e con Lui opereremo, perché
Egli così ha disposto che avvenga in quel tempo. Avremo tanto da edificare e
tante opere rimarranno di noi sulla Terra che tu apprenderai solo quando sarà
giunta l’ora di apprendere.
Inoltre diciamo a te. Dole Figliolo, che quando avverrà quello che noi abbiamo già detto, sarà il tempo che il sesto albero della vita avrà assorbito alare esperienze, e che esso avrà abbandonato la fede dello Spirito. Altro non diciamo più, perché quando avverrà la tua rinascita nella settima generazione ed avrai compiuto più degli anni venti, il Sole comincerà a porre nell’anima tua il calore dello Spirito, e le stelle pasceranno nel luogo dei pensieri forte volere ed orientamento. Altro non diciamo a te, diletto Figliolo, della sesta generazione. Eppure riteniamo ancora doverti dare delucidazioni su come si comporterà la settima, poiché tu in quella prenderai corpo e anima come uomo, così come eri prima ancora di questo tempo, quando cibo, aria, acqua e calore erano necessari alla tua Vita”.
“La settima generazione avrà la settima
Legge di Dio, ed essa avrà pure i sette Doni dello Spirito Santo, poiché la
prova è l’ultima. Gli uomini saranno liberi di scegliere e modificare secondo i
loro voleri, poiché è nel Disegno dello Spirito Santo che gli uomini della
settima generazione abbiano a giustificare la grandezza delle cose create da
Dio sulla Terra e sui Cieli, ed abbiano invece a biasimare la loro opera di
morte e di distruzione.
Ora tu sappi infine, Figliolo, che si
verificherà il tempo di una grande battaglia e prima ancora gravi turbamenti si
scateneranno tra gli uomini.
E da allora io ricordo in questo tempo ed in questa generazione, ora che ho raggiunto gli anni trentatre nella settima prova dell’umana gente. E ciò che io vidi e narrato, ed ancora narrerò, poiché è vero che nell’anima mia comincio a sentire tanto calore come io ben ricordo che doveva avvenire in questo tempo.
Dentro di me sento chiare parole che vibrare fanno l’anima mia e che mi dicono:
“È questo il tempo, Figliolo del Cielo, è questo.
In te è lo Spirito Santo, opera perché il Suo Volere è giunto.
Benedetto, Benedetto tu sia in Eterno”.
E fu il suo esilio, l’esilio dello
Spirito e la sua condanna la condanna del Corpo Astrale avvolto nella spirale
della forma terrena.
Alla fine del ciclo, Adamo tornerà
ad essere Adonai.
- Il nostro Pianeta, troppo giovane in quel tempo, li diede
troppe poche facilità di sopravvivenza, data la violenza degli elementi ancora
in processo di insediamento.
I nostri antenati sono stati in grado di attraversare lo spazio grazie alle loro conoscenze e ai loro mezzi tecnici.
Le enormi Astronavi dello spazio furono e si stabilirono nelle pianure verdi della Terra in attesa di una soluzione migliore. Migliaia di piccole Cosmonavi sono scese in piccoli gruppi su diverse parti del Pianeta.
I loro Capi di Guida erano quattro e ciascuno
rappresentava la Volontà Collettiva delle Anime delle Quattro Razze.
Altre Navi si sono dirette ad altri Pianeti del
Sistema Solare.
La Terra soffrì terribili tremori ed il cataclisma fece
vibrare l'intero Pianeta, causando il disastro completo dei mezzi e la morte
degli abitanti.
I sopravvissuti fuggirono dal terribile cataclisma come
matti. Pochissime Navi riuscirono a decollare di nuovo e allontanarsi dalla
superficie terrestre. Da quelli che sono rimasti e sono sopravvissuti, che furono
i nostri antenati, derivano gli attuali abitanti.
Hanno subito una metamorfosi lenta di tutte le
originarie Caratteristiche psico-fisiche nel corso del tempo.
La materia edificò un Piano dimensionale
d’adattamento all'ambiente con la formazione di una struttura esteriore valida
per assicurare la permanenza degli organi originali.
Millenni e millenni fa, i nostri antenati avevano
ancora il potere e la capacità di comunicare attraverso vaste distanze grazie
al Potere Telepatico.
Conservarono per molto tempo la
Cognizione profonda del Sapere, ma la nuova dimensione li aggrediva
inesorabilmente.
Il tempo delimitò definitivamente la loro personalità, e l'uomo ha dovuto subire la dura esperienza della materia, esperienza ancora oggi insuperata.
-. Si sono sviluppati ugualmente i nostri antenati che quelli che si rifugiarono in altri pianeti e che provenivano dal medesimo Lucifero o Tir, prima della sua desintegrazione?
Adoniesis si è autodefinito così in uno dei Suoi messaggi:
“LA MIA PATRIA È IL COSMO. LA MIA DIMORA IL
SOLE. DA QUI VENGO E QUESTO SONO”.
Anche oggi possono essere trovate imbarcazioni come queste, usate dagli indiani nel lago Titicaca.
Ed i grandissimi blocchi di pietra non furono trascinati
da masse di schiavi, ma furono fabbricati nello stesso posto del loro utilizzo per mezzo di un processo di
cristalizzazione della sabbia.
L’esistenza e il disegno del Nilo appartengono alla
stessa epoca.